Il rombo delle Ducati: tre giorni di passione nel mito dell'altra rossa

In mostra 30 anni di storia: i monocilindrici "economici", lo Scrambler e le prime Desmo

Ci sono in motociclisti e poi ci sono i «Ducatisti». Razza a parte, una legione di devoti al mito della casa di Borgo Panigale.

La Ducati, la «rossa» Ducati, è storia, passione, velocità, rombo inconfondibile, corse e vittorie. Tutto insieme, così da sempre in una famiglia che è cresciuta negli anni e continua ad allargarsi perchè chi sale in sella a una Ducati poi non scende più. E allora la storia si rinnova nei gran premi, nei motoraduni, negli appuntamenti domenicali nelle piazze dei paesi dove ci si ritrova e si parte, nelle rassegne e nelle mostre. Da oggi a domenica tocca al Parco Esposizioni di Novegro far spazio al mito di questo marchio che iniziò la sua produzione di due ruote nel 1946 con un cinquantino utilitario, il Cucciolo, che non aveva neppure progettato ma di cui aveva acquistato diritti dalla Siata di Torino.

Una storia di successi che ha una svolta nel 1954 quando l'ingergner Fabio Taglioni, uomo legato alle corse e con già esperienze alle Mondial, progetta i primi monocilindrici sportivi, le celebri Marianna 100 e 125, che si imporranno nelle gare di gran fondo di quegli anni.

Dalla Marianna Taglioni deriva nel 1956 anche una 125 gp, prima bialbero e poi l'anno successivo il primo Desmo a tre alberi, su cui si è costruito il mito della Ducati. La rassegna tematica della 72° Mostra Scambio di Novegro è riservata è riservata ai monocilindrici Ducati costruiti tra il 1946 e il 1977. Un viaggio di oltre 30 anni tra i motori ad un cilindro a due e a quattro tempi a partire dall'immediato dopoguerra fino al 1977, anno in cui cessa la produzione, almeno negli stabilimenti italiani, dei monocilindrici.

Una produzione prolifica che va dai cinquantini «economici» alle mezzo litro particolarmente sofisticate e di prestazioni ultra sportive: i monocilindrici derivati dal «Cucciolo», quelli con motore a quattro tempi ad aste e bilancieri, quelli con motore a quattro tempi con distribuzione monoalbero in testa e quelli con motore a due tempi. Storia e fascino che hanno stregato migliaia di appassionati in tutto il mondo considerando anche il fatto che la Casa bolognese è stata, per buona parte del secolo scorso, una dei costruttori tradizionalmente più restii ad accettare i cambiamenti che il mercato imponeva ed è stato forse anche questo il segreto del successo.

La Mostra-Scambio di Novegro offre quindi la migliore opportunità per ricordare questa storia famosa. Non solo.

Consentirà al pubblico non solo di ammirare esemplari conservati in ogni dettaglio ma anche di trovare componenti e informazioni necessari per eseguire restauri e recuperi di motociclette, biciclette, auto e automezzi che costituiscono testimonianze importanti della nostra storia industriale.

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