Sì alla moneta complementare. Nasce il "made in Lombardy"

Fa parte delle misure di aiuto alle imprese contenute nella Legge per la competitività approvata ieri

Non si chiamerà «lombard», ma è nata la moneta complementare che insieme alla nascita del marchio «made in Lombardy» da apporre ai prodotti originali fanno parte delle misure di aiuto alle imprese contenute nella Legge per la competitività approvata ieri all'unanimità dal consiglio regionale. Via dunque alla sperimentazione di uno «strumento elettronico» locale per lo scambio di beni e servizi. Ora sarà giunta e commissione disciplineranno il circuito di quella moneta lombarda che tante proteste (e soprattutto ironia) aveva scatenato nel centrosinistra che invece ieri l'ha votata. Tra le altre misure, l'attivazione sperimentale di zone a burocrazia zero, la riduzione dell'Irap regionale fino al 25 per cento per le nuove imprese e la riorganizzazione del sistema Confidi. Introdotta la Comunicazione unica regionale per sostituire tutti gli attuali atti amministrativi e fascicolo elettronico per le imprese da depositare alle Camere di commercio. Con le verifiche presso le aziende che non potranno avvenire se non dopo l'esame del fascicolo. Per l'assessore Mario Melazzini una legge che consentirà di «creare un ambiente favorevole per le imprese attraverso una decisa spinta alla semplificazione e sburocratizzazione».

Soddifatti il capogruppo di Fi Claudio Pedrazzini («questa legge è un punto di partenza, ma la centralità della svolta dipende da Roma»), il Pd con Onorio Rosati («uno strumento nuovo per sostenere lavoratori e imprese durante la crisi») e il «grillino» Dario Violi («una legge ben fatta e innovativa»).

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