Sala tifa immigrazione per prendersi la sinistra

Il corteo pro sbarchi decisivo nella corsa a diventare leader del Pd

Sala tifa immigrazione per prendersi la sinistra

Il «regista» della marcia antirazzista «People», l'assessore dem Pierfrancesco Majorino, ci ha visto doppio: parla di 200 o 250mila persone in piazza, ma a occhio sono meno di centomila, tante comunque. A prendersi i riflettori - e a lanciare probabilmente la scalata al Pd, visto che i candidati alla segreteria Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, accorsi per l'ultima passerella elettorale alla vigilia dei gazebo, sono passati per comparse - è il sindaco Beppe Sala, che sul camion-palco balla sulle note del flash mob musicale, «People have the power» di Patti Smith, e viola per qualche minuto il divieto di comizi per ringraziare la folla e scaldare la platea: «Oggi siete la poderosa testimonianza politica che l'Italia non è solo il paese che viene descritto. Da Milano può ripartire un'idea diversa di Italia». La Lega contesta.

Il 24 febbraio di un anno fa Matteo Salvini «giurava» da premier con il rosario e il Vangelo in piazza Duomo, mancava una settimana al voto per le Politiche. Ieri la manifestazione antirazzista «People, prima le persone» (un gioco di parole contro il «prima gli italiani» del leader della Lega) che doveva concludersi inizialmente davanti alla stazione Centrale ha finito il percorso davanti al Duomo e la sfida a Salvini è suonata ancora più palpabile. A prendersi i riflettori - e a lanciare probabilmente la scalata al Pd, visto che i candidati alla segreteria Nicola Zingaretti e Maurizio Martina che sono accorsi per l'ultima passerella elettorale alla vigilia dei gazebo sono passate per comparse - è il sindaco Beppe Sala, che sul camion-palco balla sulle note del flash mob musicale, «People have the power» di Patti Smith, e viola per qualche minuti il divieto di comizi per ringraziare la folla e scaldare la platea: «La politica si fa in tanti modi, ma non lasciatela solo ai politici. Fatela voi, che oggi siete la poderosa testimonianza politica che l'Italia non è solo il paese che viene descritto, ma qua, da Milano può ripartire un'idea diversa di Italia». A margine ripete che «siamo qui casualmente il giorno prima delle primarie, ma è anche un messaggio al Pd: noi ci siamo, però allargate». Al mondo civico, prima di tutto. Alla marcia partecipano secondo gli organizzatori 200-250mila persone ma il «regista», l'assessore dem Pierfrancesco Majorino, esagera, a occhio sono meno di centomila. Tante comunque, più degli ultimi cortei del 25 aprile, la piazza anti Salvini galvanizza la sinistra, sfilano compatti per un giorno Zingaretti e Martina, Laura Boldrini, Pierluigi Bersani, Nicola Fratoianni, Emma Bonino, Marco Cappato, l'ex sindaco Giuliano Pisapia che alla vigilia delle primarie dichiara che voterà (e non era scontato, ma potrebbe candidarsi capolista del Pd alle Europee) e si schiera con Zingaretti. Ci sono tante famiglie con bambini, profughi dei centri di accoglienza, un maxi striscione di 150 metri che mescola i colori arcobaleno e la bandiera italiana, ma la festa che in qualche momento può confondere il turista che intercetta per caso il corteo: tra barconi dei supporter delle Ong, il carro della comunità gay con il cartonato per la foto ricordo di «People» nei panni del poliziotto o del capo indiano, la Chiesa pastafariana italiana, a tratti l'impressione è di trovarsi in mezzo a una sfilata di carnevale. Sala insiste: «Questa è la nostra visione dell'Italia, da Milano può ripartire un'idea diversa. Siamo a uno spartiacque tra apertura e chiusura, tra qualche sogno autarchico che si manifesta anche nell'idea di trasmettere solo canzoni italiane alla radio e una visione internazionale». Nella folla spuntano i volti noti, da Malika Ayane a Roberto Vecchioni, Claudio Bisio, Ornella Vanoni, Silvio Soldini, Lella Costa.

Sui cartelli gli slogan «siamo tutti sulla stessa barca», «amare non è a mare», «stranieri non lasciateci soli con i razzisti» o «il razzismo è una brutta malattia, curatevi». Tra le canzone «Soldi» di Mahmood, vincitore del Festival, e «People have the power», va sempre di moda «Bella ciao».

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