Salvini non fa il capolista. E la Bernardini declina

Per la prima volta dal 1993 il leader non si candida. Sonda l'avvocato che per ora dice no: "Non corro"

Salvini non fa il capolista. E la Bernardini declina

«Da milanese la mia città ce l'ho nel cuore e nell'anima a se faccio una cosa la voglio fare fino in fondo. Sto lavorando per tutta Italia, si voterà in 1.300 Comuni più la Regione Calabria, cercherò di essere ovunque». Matteo Salvini fa un passo di lato, prima di un sopralluogo alle case popolari Mm di Ponte Lambro annuncia che non si candiderà come capolista della Lega e sarà la prima volta dal 1993 che non correrà per il consiglio comunale. «Darò una mano, come nelle altre città, e stiamo lavorando per una lista fortissima che punta ad essere la prima per preferenze a Milano. Il capolista come a Roma sarà un esponente della società civile e metà dei nomi arriveranno dal mondo delle professioni, della cultura, dell'impresa, del volontariato, senza tessere di partito in tasca». Più tardi da fonti Lega trapela che il partito è al lavoro per una lista di alto profilo, a partire dalla capolista che come a Roma, dove alla guida c'è il magistrato Simonetta Matone, «sarà una donna della società civile conosciuta e apprezzata per il suo impegno per la città, i quartieri e le imprese». Uno dei nomi sondati è l'avvocato dei vip Annamaria Bernardini De Pace, che per prima aveva sollecitato il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo a scendere in campo contro Sala ed era entrata a propria volta nel toto-nomi. Un nome non politico forte, da contrapporre a Vittorio Feltri che corre come capolista di Fdi. Ma la diretta interessata nega: «Ho sempre fatto le battaglie per conto mio, non corro con la Lega e nemmeno in altre liste». Strategia? «Non ho mai detto bugie» assicura. Salvini avrebbe sondato un altro paio di nomi e sembra pronto a lanciare la scelta finale venerdì o sabato. Anche al secondo posto potrebbe spuntare un nome di spicco, questa volta un uomo. I capilista saranno civici, l'elenco proseguirà con i consiglieri uscenti e poi tutti gli altri politici e civici. Anche Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia, sembra che non guiderà la lista civica di Bernardo, per ragioni di ordine professionale.

Sul simbolo della Lega e di Fdi non compare il nome di Bernardo, in quello di Forza Italia sì. «Finchè non si depositano le liste e i programmi è tutto in sospeso - sottolinea Salvini a quasi due mesi dal lancio di Bernardo -. Ovviamente Sala è avvantaggiato perchè è il sindaco in carica ma arriveremo al ballottaggio e poi ce la giocheremo idea per idea, quartiere per quartiere. Non appena avremo presentato le liste il 3 settembre presenteremo la nostra idea di città per i prossimi 20 anni, che riavvicina le periferie al centro nel nome della qualità della vita, dei trasporti, degli spazi peri giovani. Ho parlato con Bernardo» che ieri non era presente per impegni già fissati e «stiamo lavorando su grandi progetti per rendere Milano capitale non italiana ma europea della moda, dell'innovazione, cultura, turismo». A Sala imputa «i ritardi, la lentezza, le dimenticanze, la lontananza dalle periferie». In via Rilke 6, a Ponte Lambro, la sera di ferragosto è divampato un incendio doloso, ad attendere Salvini ieri mattina c'erano gli inquilini che hanno dovuto trasferirsi in albergo o alloggi d'emergenza perchè i loro sono sotto sequestro, «non possiamo entrare nemmeno a recuperare medicine e beni di prima necessità» protestano.

«Da ferragosto ci sono famiglie fuori casa e non si è visto nessuno del Comune, a parte il presidente leghista del Municipio 4 Paolo Bassi e oggi ci siamo qui noi - sottolinea Salvini accanto al commissario cittadino Stefano Bolognini, a Bassi e ai legisti Massimiliano Bastoni, Silvia Sardone, Samuele Piscina -. Chiamerò in Comune perchè tra le famiglie fuori casa c'è chi sta pagando di tasca propria l'albergo. E qui ci sono cancelli aperti, non c'è un sistema antincendio».

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