Quando l'hanno trovato a terra agonizzante a pochi metri dalla stazione Centrale hanno pensato che, ubriaco, fosse caduto e avesse battuto la testa. E il caso stava quasi per essere archiviato quando dall'ospedale, dove è arrivato ormai clinicamente morto, è partito il primo allarme: le lesioni riscontrate non sono compatibili con una caduta. Non solo, ma ieri gli anziani genitori della vittima, si sono presentati alla polizia sostenendo che tra gli oggetti personali raccolti dal 118, mancavano il marsupio e il portafoglio. Due elementi che lasciano ora pensare come l'uomo non solo non avesse bevuto ma sia stato aggredito da un rapinatore e poi colpito a morte.
Oscar Terzi, 58 anni, sposato, padre di due figlie, residente in città, lavorava da una vita in Centrale, prima in una cooperativa di facchinaggio, di cui è stato anche presidente, poi la società Grandi Stazioni con l'incarico di controllare tutti i mezzi che entrano ed escono dai parcheggi della «zona Cremonini. Sabato aveva finito il suo turno di lavoro verso le 22, aveva salutato i colleghi e se n'era andato. Qualche minuto dopo è stato raccolto privo di sensi in via Ponte Seveso 38, a due passi dalla stazione, dove un passante aveva segnalato una persona stesa a terra, priva di sensi, rantolante. Sul posto una volante della polizia e un'ambulanza del 118. Agenti e infermieri sentono un certo odore di vino e pensano al «solito» ubriaco caduto a terra. Una situazione assai frequente attorno alla stazione Centrale, tradizionale ricettacolo di disperati.
Più tardi al Policlinico viene sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, compresa la Tac, che mettono subito in sospetto i medici. Le fratture alla scatola cranica sono più d'una e non sembrano compatibili con una caduta, bensì con un'aggressione. Il sospetto è diventato più consistente quando i genitori si presentano in ospedale per verificare le condizioni del figlio. Scoprendo come tra gli effetti personali, manchino marsupio e portafoglio. Nel frattempo le condizioni dell'uomo peggiorano, tanto che viene ben presto dichiarato «clinicamente morto». Un decesso ufficializzato attorno alle 17, quando, con l'assenso dei famigliari, sono state staccate le macchine che lo tenevano ancora formalmente in vita.
A questo punto l'ipotesi di un'aggressione diventava qualcosa di più di un semplice dubbio e iniziano le indagini della polizia. Tra le prime mosse, i consueti accertamenti tecnici sulle telecamere in zona nella speranza abbiano ripreso qualcosa. Se non proprio l'aggressione, almeno qualche individuo sospetto che scappa con un marsupio.
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