Sala è la scialuppa di Renzi. Piace (troppo) a Monti

Da mesi in casa Pd i riflettori sono accesi sul manager Expo. Ora anche la Bocconi va in pressing. Lui prende altro tempo

Sala è la scialuppa di Renzi. Piace (troppo) a Monti

Renzi vuole Sala. Sala ci sarà, Sala è stanco, Sala non vuole le primarie, Sala farebbe le primarie. Da mesi non parlano di altro, a sinistra. Da quando Giuliano Pisapia ha annunciato (alla vigilia di Expo) che non si sarebbe ricandidato per un secondo mandato da sindaco, i riflettori sono accesi su di lui: Giuseppe Sala, commissario Expo, manager bipartisan (è stato direttore generale del Comune con Letizia Moratti) serio, rigoroso, silenzioso, efficiente e vincente. Le alternative ci sono, in casa Pd, ma sembra che nessuno voglia prenderle sul serio fino in fondo, per primi i vertici del Partito democratico. Eppure si tratta di un assessore (Pierfrancesco Majorino) di un deputato ed ex consigliere comunale (Lele Fiano) e di un outsider di lusso come Roberto Caputo, già assessore e presidente del Consiglio provinciale. Tutti aspettano Sala, che aspetta la fine dell'Expo - e ormai ci siamo a dire il vero. Sembra che Sala ora voglia provarci. Per i segretari renziani del Pd (Milano e Lombardia) le primarie non avrebbero senso se ci fosse un candidato di tutti (o quasi).

Secondo Majorino, invece, Sala le primarie potrebbe anche farle: «Sono sinceramente convinto che alla fine, sarà il candidato alle primarie sostenuto da una parte del Pd - ha scritto l'assessore beniamino della sinistra interna - con la stessa convinzione confermo che ci sarò e che ci metterò tutto me stesso. Sarà una bella sfida per il futuro della città e in vista delle elezioni, quelle vere». È chiaro che, se il candidato sarà Sala, un pezzo di sinistra (quella radicale) andrà per la sua strada. La scommessa di Renzi è sempre la stessa: farsi votare da un pezzo di centro (o di centrodestra).

Ed ecco che entrano in gioco ambienti come la Bocconi, la prestigiosa università milanese che è culla delle elite di orientamento liberaldemocratico. Alla serata organizzata dall'università per premiare Sala « alumnus dell'anno» si è percepito un discreto pressing su «Beppe» affinché si candidi a sindaco. Con lo stile felpato che ama, lo stesso Mario Monti, ex premier e presidente della Bocconi - ha evocato questa possibilità: «Sono due i feeling che ho percepito stasera - ha detto il professore - Il primo è che Sala ha tale capacità ed esperienza che, dopo l'Expo, può fare quello che vuole». Il secondo, ha proseguito con ironia tutta british l'ex premier, rivolto a Sala e alla platea di ex bocconiani - è l'auspicio «che lui voglia quello che tutti vorremmo che lui volesse». «Vedremo. Fino a dicembre sono a Expo.

Decido a gennaio» ha replicato più semplicemente Beppe per poi spiegare: «Qui è tutto facile. Qui giocavo in casa». Poi sono arrivate le precisazioni sulla neutralità dell'ateneo. Ma, per Sala, l'appoggio dei montiani potrebbe essere un problema, visto l'esito disastroso della loro «scalata alla politica».

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