Segreti e schizzi del Genio in 4 mostre all'Ambrosiana

Inaugurata la prima esposizione per i 500 anni Una selezione dei «fogli» più affascinanti del Codice

Segreti e schizzi del Genio  in 4 mostre all'Ambrosiana

L'antipasto della grande annata leonardesca, quella che nel 2019 celebra il cinquecentenario della scomparsa del più grande genio dell'umanità, viene servito prima di Natale dal Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Ma più che un antipasto è il primo piatto di un ricco menù che il più importante scrigno di segreti vinciani mette a disposizione del pubblico a partire da oggi fino all'inizio del 2020. Trattasi della prima di quattro mostre con cui l'Ambrosiana, in sinergia con la Fondazione Fiera Milano, espone una summa dei celeberrimi fogli del Codice Atlantico, a questa Biblioteca donati dal conte Galeazzo Arconati nel 1637. Ovvero una collezione di 1.119 tavole autografe, impossibili da esporre sia per quantità che per dimensioni, che racchiudono schizzi, disegni e progetti di Leonardo su tutto lo scibile: dall'ingegneria all'architettura, dall'urbanistica alla meccanica, dall'astronomia all'anatomia.

Fino al 17 marzo, le teche allestite nelle sale della Pinacoteca ospiteranno una selezione dei preziosi fogli, scelti non tanto in ordine di importanza poichè, ci tiene a sottolineare il prefetto dell'Ambrosiana monsignor Marco Ballarini, «sono stati tutti fondamentali per decriptare il percorso progettuale e artistico del Genio». Il parametro curatoriale è stato altresì di carattere scenografico e mediatico, ovvero l'esposizione dei 46 disegni esteticamente più raffinati ed efficaci a raccontare le invenzioni leonardesche, in particolare quelle partorite per la città di Milano durante il ventennio in cui operò alla Corte degli Sforza.

ìChissà se ne sarebbe stato contento colui che in fondo non attribuiva grande valore al disegno, curato per lo più allo scopo di ingraziarsi il committente, rispetto agli appunti di testo con cui spiegava il funzionamento micidiale di una bombarda da fuoco piuttosto che l'impatto l'energetico del naviglio di San Cristoforo. Appunti, esattamente, che dovevano derivare dall'esperienza concreta e dalla faticosa osservazione della natura, unici valori che Leonardo riconosceva come «Cultura». Il «bello scrivere» preferiva lasciarlo ai letterati che definiva «trombetti e recitatori dell'altrui opera»; mentre lui stesso, non senza una punta di snobismo, si vantava di essere «omo sanza lettere» che preferiva il volgare al latino. Di più, per i fogli del Codice Atlantico ebbe il vezzo istrionico di scrivere al contrario, cioè da destra verso sinistra, e solo il tempestivo intervento dello scultore Antonio Canova impedì che il tesoro, trafugato da Napoleone, non venisse restituito dal Louvre all'Ambrosiana dopo il Congresso di Vienna, perchè scambiato per... manoscritti cinesi.

Da oggi quei «manoscritti» originali saranno a disposizione del pubblico alla Pinacoteca Ambrosiana, che il prossimo anno arricchirà con il suo nome la fermata della metropolitana Cordusio. La prima sezione, nelle sale due e tre della Pinacoteca, è quella forse più interessante per i milanesi perchè testimonia appunto i suoi progetti per Mediolanum: dalla celebre pianta della città, alla visione del centro a volo d'uccello, dallo studio per il naviglio di San Cristoforo a quelli per il monumento equestre dedicato a Francesco Sforza e per il tiburio del Duomo. Nella Sala Federiciana sono invece esposti i progetti di ingegneristica militare con cui Leonardo ringalluzziva Ludovico il Moro: come i sistemi per svuotare i fossati in caso di assedio, i progetti di ponti militari fino agli schizzi delle potenti macchine belliche capaci di sparare «a pioggia».

Dal 19 marzo al 16 giugno aprirà invece la seconda parte della mostra che si concentrerà prevalentemente sugli studi di ingegneria civile: dai congegni idraulici alle macchine industriali.

Da giugno fino al gennaio 2020 le ultime due mostre che chiuderanno l'anno leonardesco: la prima, a cura di Pietro Marani, comprenderà i disegni di epoca francese dal Codice Atlantico, mentre l'ultima si intitolerà «Leonardo e il suo lascito, gli artisti e le tecniche», e asrà dedicata ai disegni realizzati dal Genio con gli artisti della sua cerchia.

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