Sembrava un malore mortale, gli operatori del 118 che l'avevano raccolto agonizzante a terra non avevano notato alcun segno di percosse sul corpo. Così il decesso sarebbe stato archiviato come «morte naturale» se la moglie non avesse denunciato l'aggressione subita dal marito. Una ricostruzione più tardi confermata dalle immagini di una telecamera. E ora le indagini passano alla squadra mobile che dovrà cercare di dare un nome all'assassino.
Lo scontro mortale giovedì sera poco dopo mezzanotte quando Ernesto Rossetti, 44 anni, muratore originario della Puglia, incensurato, esce da un bar di via Castelvetro insieme ad alcuni amici. Non è chiaro cosa sia realmente successo, perché l'uscita del 118 inizialmente indica un uomo a terra colto da malore. La centrale di Niguarda a ogni buon conto fa intervenire subito anche una volante. Gli operatori soccorrono l'uomo privo di sensi, senza segni evidenti di percosse sul corpo. Rossetti finisce al San Carlo dove cessa di vivere per «problemi cardiocircolatori».
Il caso sta per essere archiviato quando ieri pomeriggio la moglie si presenta in questura e racconta come uno degli amici che era con il marito le abbia riferito di averlo visto picchiare da uno sconosciuto. Gli investigatori vanno sul posto, notano che fuori dal bar c'è una telecamera e vanno a visionarne le immagini. E, andando all'ora dell'intervento del 118, riescono a individuare la vittima. Poi arriva un'altra ombra, le immagini sono di pessima qualità, che sembra colpirlo con un pugno. Non è chiaro però se in quel pugno l'aggressore stringesse una «noccoliera» o qualche altro corpo contundente di ridotte dimensioni.
La «morte naturale» diventa omicidio, pare per sopravvenuta emorragia cerebrale, e il caso passa alla squadra mobile che inizia a cercare eventuali testimoni per sentire come abbia trascorse le sue ultime ore la vittima.
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