«Si dice che oggi Milano si stia allontanando dall'Italia. Non è vero. É vero invece che vuole allontanare dall'Italia la decrescita, la regressione sociale, l'isolazionismo. Vuole essere la fune d'acciaio che tiene l'Italia saldamente ancorata all'Europa, ma anche all'Oriente, al Mediterraneo al Nord e al Sud America». Dal palco degli Ambrogini 2018 al teatro Dal Verme, nel tradizionale discorso alla città, il sindaco ha lanciato ieri un «manifesto» alternativo alla linea della decrescita felice targata M5S e agli strappi continui del governo gialloverde con l'Ue. E tra i tanti temi per far ripartire il Paese Beppe Sala sceglie come priorità «senza dubbio l'ambiente, Milano può fare la differenza: la sfida è grande ma entro il 2030 sarà un simbolo ecologico internazionale». Anche se la strada è lastricata di divieti alle auto, a partire dallo stop ai diesel Euro 4 in Area B dal 25 febbraio. «Il crollo del ponte Morandi con il suo carico di dolore è stato un campanello d'allarme che ha scosso la nazione, ma anche le mareggiate liguri e i danni del Veneto hanno rivelato ancora una volta la diffusa incapacità del nostro territorio di sostenere il cambiamento climatico». Il 2019 sarà anche l'anno «caratterizzato spero dal successo della candidatura alle Olimpiadi invernali e del passaggio dalla rappresentazione ai fatti concreti sul piano quartieri».
Dopo il discorso, sfilano i 15 premiati con l'Ambrogino d'oro e i venti con gli Attestati di Civica benemerenza. Le Medaglie d'Oro alla Memoria sono dedicate a Luigi Luca Cavalli Sforza e a Ulianova Radice, testimone della Shoah. Pochi i volti noti al grande pubblico. La band Elio e le Storie Tese questa volta accetta il premio, nel 2008 rifiutò l'attestato in polemica con il centrodestra che lasciò fuori dalla lista Roberto Saviano e Enzo Biagi. «La città è cambiata in meglio» sostiene Elio. Il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale e la consigliera del gruppo misto Silvia Sardone non applaudono gli «Eli». Ci sono gli chef Massimo Bottura e Claudio Sadler. Ma soprattutto tante personalità che fanno brillare Milano nel campo della ricerca, della medicina, dei media, del terzo settore. Standing ovation del pubblico per Laura Wronowski, nipote di Giacomo Matteotti, giornalista e partigiana, per Arianna Szorenyi, deportata ad Auschwitz. E Sala chiede di rivolgere un tributo alla senatrice Liliana Segre, seduta in prima fila. La platea applaude a lungo i «Ragazzi del progetto giovani», pazienti della Pediatria oncologica dell'Istituto nazionale dei tumori che combattono con mostre fotografiche, musica e fumetti la loro battaglia per la vita, alcuni l'hanno già vinta e altri non ce l'hanno fatta. Premio ad Avvenire e alla redazione «Buone Notizie», allegato al Corriere. «C'è una buona notizia che vorremmo ricevere al più presto - afferma Sala -, la liberazione di Silvia Romano», volontaria milanese rapita in Africa. Alcune associazioni premiate (Acra, Ciai e Ipsia-Acli) che operano in Africa «le dedicano l'Ambrogino, Silvia tutta Milano è con te e ti vuole libera subito».
Sfilano tra gli altri il giudice Fabio Roja, il primo ballerino Riccardo Tissi, Massimo Recalcati, il regista Filippo Crivelli, Andreina Bassetti Rocca, la Casa di riposo per musicisti definita da Giuseppe Verdi «la mia opera più bella» e quattro protagonisti della ricerca nella lotta contro i tumori (Marco Alloisio, Alberto Mantovani, Simona Polo e Gabriella Farina). Assente per polemica il Movimento 5 Stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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