Skiantos e «rock demenziale» tra Futurismo e Dadaismo

Sul palco l'ultima reincarnazione della band che negli anni '70 fece la storia del punk italiano. E non soltanto

Giannino della Frattina

Hanno accompagnato quella meglio gioventù che voleva cambiare il mondo. E non c'è riuscita. Perché oggi «Mi piaccion le sberbine», in tempi di ossessione da politically correct, non si potrebbe più cantare. Ma voi ricordatevi di portare la «verzura», perché «largo all'avanguardia, pubblico di merda» torna il «rock demenziale». Che poi si è capito che così demenziale proprio non era. E così può capitare in una notte che si avvicina alla mezza estate, di fare un viaggio nella storia del punk rock italiano. E per molti anche in un'epoca della propria vita e del nostro Paese in cui di certo c'erano più ideali, probabilmente sogni e molte meno delusioni. E soprattutto menate.

«Diventa demente». Tutto era più semplice e allo stesso tempo più complicato tra post '68, scontri in piazza, stragi che poi si scoprirà essere di Stato, craxismo, Partito comunista declinante e democristianità imperante, come si rivivrà nel viaggio di domani sera quando il palinsesto dell'Estate sforzesca, la rassegna di musica, teatro, danza e arti performative promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune, metterà in cartellone nel Cortile delle Armi del Castello la «Skiantos Story» nella sua ultima reincarnazione. Facendo sussultare i cinquantenni che in quegli anni c'erano (e sognavano), ma anche molti giovanissimi che quella musica se la ripescano oggi col telefonino. L'appuntamento è alle 21 e la promessa è di almeno due ore e mezzo di musica con Dandy e le Bestie, special guest Omar Pedrini, opening Crying Steel (ingresso 17 euro; 12 ridotto). «Formazione quasi completa degli Skiantos - si legge nel comunicato ufficiale - che riproporrà i brani storici della prima band punk rock italiana nata nel cuore degli anni Settanta, alternandoli a brani iconici anni Sessanta e Settanta attraverso un percorso musicale che omaggia il rock italiano». A suonare Fabio «Dandy bestia» Testoni, Massimo «Max Magnus» Magnani, Gianluca Schiavon e Beppe Baracca, alcuni dei membri che hanno fatto parte della lunga e variegata storia degli Skiantos.

Partiti come semplice gruppo di ragazzi di quella fucina di creatività e talento che fu il Dams di quegli anni, nacquero nel 1975 a Bologna trovandosi a suonare nella classica cantina. Il primo balzo nel 1977, quando pubblicarono l'album «Inascoltabile», frutto di «una notte di improvvisazione per una decina di persone innamorate della musica», a detta del leader storico Roberto Antoni, più noto alle cronache come quel genio che fu «Freak Antoni». Una storia, la loro, che si interseca con la prima ondata del punk rock italiano legato a Bologna e al relativo al movimento socio-culturale del '77. Anni di grandi fermenti intellettuali, di grandi passioni politiche e anche purtroppo di qualche sprangata o colpo di pistola di troppo. Istantanee della nostra storia di famiglia, di cui la colonna sonora sono stati i vinili dalle straordinarie copertine variopinte e soprattutto i concerti, provocatori e rivoluzionari con il loro attingere a piene mani alle avanguardie futuriste e dadaiste. Con tanto di musicisti che, dopo averlo bonariamente insultato, magari con uno scolapasta in testa, si esibivano nel più classico lancio di ortaggi sul pubblico.

E allora la new wave di «Kinotto» o «Pesissimo!» con la signora Matilde in copertina, la mamma del batterista Leo Tormento Pestoduro e poi, nel novembre del 2014, il nuovo singolo «Evacuazioni», l'ultimo inciso con Freak Antoni. Domani sera Milano.

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