«Non credo nella sostenibilità del progetto Milano-Cortina. Le Olimpiadi invernali si potevano fare in una sola città, magari dove c'erano già gli impianti. Lì avremmo anche aiutato con fondi del governo». O Torino o il diluvio, è la sintesi del vicepremier M5S Luigi Di Maio ieri a Rtl 102.5 dopo il via libera del Coni al ticket lombardo-veneto. La città con impianti che risalgono ai Giochi 2006 è quella governata dalla 5 Stelle Chiara Appendino, i pentastellati insomma avrebbero anche approvato stanziamenti statali per la sindaca amica. Ma «decide il Coni - prosegue Di Maio -, il presidente Giovanni Malagò ha deciso che si dovevano fare in tre città», il famoso tridente da cui, dopo uno scontro infuocato, è rimasta fuori Torino. Ora «noi come Governo non siamo nessuno per poter negare a Milano e Cortina di fare le Olimpiadi, però se le devono pagare loro». E non si placano le polemiche da parte della Appendino. «Continuo a battagliare per la mia città - ha ribadito ieri -. Il Paese aveva l'opportunità di fare Giochi basati sul recupero, siamo l'unica città in Italia che ha gli impianti perché le Olimpiadi le abbiamo già fatte. Per correttezza e trasparenza bisognerebbe mettere a confronto e ai voti le due candidature. Per quanto mi riguarda, non è finita».
«Nessuna polemica», «ora i fatti» e «lavorare a testa bassa» sono le parole e la linea che hanno scelto di mantenere ieri il governatore lombardo Attilio Fontana e il sindaco Beppe Sala, concentrati piuttosto sul vertice che si terrà domani a Venezia con gli omologhi del Veneto Luca Zaia e di Cortina Gianpietro Ghedina. Dovranno mettere a punto il punti cardine del dossier da presentare alla sessione del Cio a Buenos Aires l'8 e 9 ottobre (oggi e domani si riunisce il comitato esecutivo) e cominceranno a discutere del modello di gestione. «É veramente impossibile che io alimenti la polemica con Appendino - risponde Sala -, per me il tempo delle parole è finito ed è il tempo dei fatti. Ossia: preparare il dossier. I fondi? Non sono assolutamente preoccupato, stiamo parlando di investimenti non enormi e ci sono otto anni di lavoro avanti per reperirli: cambieranno tantissime cose e soprattutto i due presidenti di Regione, Zaia e Fontana, sono determinati a garantire loro e nella prima fase è sufficiente questo, non bisogna scucire i fondi». A questo punto ritiene «francamente impossibile» riesumare l'ipotesi del tridente con Torino, «noi abbiamo deciso di provare la scommessa del lombardo-veneto, il Coni la appoggia. Se la Appendino chiede che il Coni voti tra due opzioni è anche legittimo, io non ho nulla in contrario. Noi dobbiamo pensare a noi stessi e lavorare con rapidità». E replica sarcastico a Di Maio che ha dichiarato che se ci fosse stata una sola città candidata, già dotata di impianti, allora lo Stato avrebbe anche potuto garantire un sostegno economico: «Se mio nonno avesse avuto due ruote, eccetera eccetera...Andiamo avanti, sono tutte parole che derivano da posizionamenti politici. Noi facciamo la nostra parte e poi qualcosa di buono verrà. Stiamo parlando del 2026, chissà se in politica ci sarò ancora io e se ci sarà ancora Di Maio». Anche Fontana evita polemiche con la sindaca grillina, salvo ironizzare sulle foto di Torino con le montagne sullo sfondo e Milano senza e con un velo di foschia pubblicate due giorni fa su Facebook dalla Appendino: «Credo sia una fake news quella foto, Milano è molto ma molto più bella». Il dossier che stiamo predisponendo, continua il governatore leghista, «è di grande qualità, mettere insieme tre eccellenze come Milano, Cortina e la Valtellina è una proposta che nessun altro è in grado di fare. Sono assolutamente fiducioso. Chiederemo al governo di poter lavorare in pace e tranquilli con l'appoggio formale, poi se vorrà dare delle risorse bene, altrimenti ce la caveremo da noi.
Non è quella una condizione per non andare avanti». Il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino ieri ha dichiarato: «Se c'è uno spiraglio per tenere dentro le valli olimpiche senza Torino, noi ci siamo, anche per eventuali garanzie».
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