«Ma le gambe», «Vieni in riva al mare», «Pinguino innamorato». Immaginate di tornare indietro nel tempo. Dagli anni Trenta alla seconda guerra mondiale. La radio, con le sue canzoni. Mamma e pappa coi figlioli davanti a quelle «scatole magiche» ad ascoltare. Personaggi e brani, alcuni rimasti appena nell'immaginario, altri caduti nell'oblio, altri ancora chiari nelle orecchie. Chi non ha mai sentito canticchiare «maramao perché sei morto, pane vino non ti mancava...». E in quegli anni andavano forte, tra gli altri, Alberto Rabagliati, Maria Jottini e Alfredo Clerici, solo per dirne alcuni.
Quel repertorio della musica leggera non è andato perso. C'è chi lo ha ripescato attivamente e adesso lo ripropone, in alcuni casi in maniera «fedele», oppure con il sapore della parodia. Altri intorno a quel repertorio fanno pure teatro: è il caso delle Sorelle Marinetti - il cognome in prestito dal noto futurista - una versione rivista e interpretata proprio del Trio Lescano.
Domenica sera le Sorelle saranno in scena al Blue Note di via Borsieri 37 a Milano, ore 21. Il trio vocale (gli attori-cantanti (sul palco con Francesca Nerozzi e Jacopo Bruno), noto per la maestria nel ricreare atmosfere dal sapore vintage, si esibirà con pezzi del repertorio di quegli anni, anticipando tra l'altro la loro ultima incisione che si intitola «La Famiglia Canterina». Ovvero diciotto brani da ascoltare, di cui tre strumentali. Non soltanto canzoni però, ma uno spettacolo vero e proprio con sketch, coreografie e aneddoti sul costume e la cultura del tempo.
«Questo progetto è nato al culmine di una ricerca storica. Un lavoro di scavo che è stato portato avanti negli archivi di Stato e presso collezionisti privati - racconta Giorgio Bozzo, 54 anni, produttore teatrale e autore del progetto -. E alla fine, anni fa, con il maestro Christian Schmitz, ci siamo trovati tra le mani un enorme mole di materiale, sia musicale sia documentale. Da qui l'idea di recuperare quella musica troppo a lungo accantonata e dare vita al progetto».
Un racconto dell'Italia dei «telefoni bianchi» di Camerini, ovvero le commedie cinematografiche brillanti; delle «sale per danze» (un esempio la Sala Gay di via Pomba di Torino) e ancora gli anni del pugile Carnera, delle auto Balilla e Topolino. Insomma, il Paese dei giovani che oggi sono nonni, «che ha saputo trovare un motivo di sorriso nelle canzoni alla radio», un momento certamente non facile.
E non mancano le curiosità, dell'epoca. Per cominciare sull'«italianissimo» Trio Lescano che in realtà era una formazione di voci femminili di origine ungaro-olandese: Alessandra Lescano in realtà si chiamava Alexandrina Eveline; dietro a Giuditta Lescano c'era il nome Judik e «Caterinetta» era Catherine Matje Leschan. Un periodo magico, enorme per la produzione della musica nostra.
«Erano gli anni in cui attraverso la canzone sincopata - conclude Bozzo - in Italia ha cominciato ad affermarsi la canzone leggera». La diffusione allora la prese in mano l'Eiar, che allestì le prime orchestre ritmico-sinfoniche».
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