Gli specializzandi entrano in corsia

I medici in formazione potranno prestare assistenza e esercitare entro certi limiti

Gli specializzandi entrano in corsia

Più autonomia operativa e gestionale per i giovani medici in formazione. A sancirlo definitivamente, dopo un contenzioso amministrativo, la delibera della Giunta regionale approvata ieri. Da oggi, dunque, circa 2mila medici specializzandi del quarto e quinto anno potranno progressivamente iniziare a prestare servizio autonomo negli ospedali lombardi.

Il percorso verso la crescita professionale prevede il via libera del tutor al medico specializzando, adeguatamente formato, per poter svolgere un certo atto medico in autonomia, con la garanzia di intervenire tempestivamente in caso di necessità per consultazioni o per affiancamento. Il tutor si deve anche far carico di individuare la tipologia dei casi clinici assegnabili a ogni medico in formazione.

Attenzione però: l'autonomia dello specializzando non può mai prescindere dalle direttive fornite dal tutor. Non solo, lo specializzando non può essere conteggiato nel calcolo delle risorse umane assegnate dell'unità organizzativa in cui è inserito.

A fare da apripista al provvedimento la legge regionale 33 del 30 dicembre 2009 che stabiliva già come la formazione specialistica implicasse la partecipazione guidata dello specializzando alle attività mediche, secondo quanto previsto dalla normativa, dagli ordinamenti didattici e sulla base dello specifico progetto formativo elaborato della Scuola.

Le attività assistenziali svolte dal medico in formazione specialistica si articolano in attività di appoggio (quando assiste il personale medico strutturato nello svolgimento delle sue attività), di collaborazione (quando svolge direttamente procedure e attività assistenziali specifiche sotto il diretto controllo di personale medico) e autonoma (svolge autonomamente specifici compiti che gli sono stati affidati).

Nel febbraio 208 il governo Gentiloni aveva impugnato la legge, in nome di una presunta illegittimità costituzionale. La Regione si è costituita e la Corte Costituzionale (sentenza 249/2018) ha dichiarato la questione di legittimità sollevata non fondata. Ieri il governatore lombardo Attilio Fontana ha potuto spiegare che «il provvedimento adottato dimostra ancora una volta il perché Regione Lombardia insiste nella richiesta dell'Autonomia. Vogliamo essere liberi di fare delle scelte che siano utili per rispondere meglio ai bisogni dei nostri territori e dei nostri cittadini, ma anche al resto del Paese, visto che già altre Regioni hanno espresso la volontà di seguire questa strada. Se da domani i nostri specializzandi potranno operare, negli ospedali lombardi è perché non ci siamo arresi. Questa è la direzione che intendiamo seguire nel caso non dovessero concederci l'Autonomia, ovvero gestire più autonomamente le singole materie previste come concorrenti dalla Costituzione».

«Uno dei grossi problemi nei nostri ospedali - ha poi illustrato l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera - è la mancanza di personale.

Con questa delibera, la Lombardia dà una prima risposta concreta fornendo alle strutture sanitarie che fanno parte della rete formativa, indirizzi per la progressiva assunzione di autonomia operativa e decisionale dei medici in formazione specialistica. Si tratta di un risultato importante che va nella direzione di garantire cure sempre più adeguate grazie alla presenza di più medici. Tutto ciò, ovviamente, non andrà a discapito dell'assunzione di nuovi medici».

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