Uniti nella protesta al governo Monti oltre 2mila studenti hanno sfilato però rigorosamente da «separati in casa» per centro, paralizzando il traffico per l'intera mattinata. Uno dei due spezzoni ha anche cercato di raggiungere il Pirellone per chiedere le dimissioni di Formigoni e si è azzuffato la con la polizia. Meno di un minuto e il tafferuglio era già finito. Suscitando però lo sdegno dell'assessore alla Cultura Stefano Boeri. «Le cariche e i manganelli contro gli studenti che protestano, ci riportano a un clima di tensione sociale».
Appuntamento alle 10 del mattino: a Cairoli i disobbedienti del Cantiere a Porta Venezia i «Corsari», area autonomia, e loro satelliti, come Collettivo Lambretta e Collettivi studenteschi. I due centri sociali si sono ormai trasformati in partitini e hanno ridotto al lumicino le altre presenze antagoniste. Ma così sono anche arrivati inevitabilmente allo scontro frontale per la conquista del controllo dell'intero movimento e le ultime manifestazioni unitarie sono finite puntualmente a schiaffoni. Così ieri, per evitare imbarazzanti incidenti diplomatici, e non, ognuno ha manifestato per conto proprio. Con un curioso prologo: l'arrivo in Cairoli dei Corsari per fare opera di proselitismo e portarsi dietro almeno 200 ragazzi da far confluire nell'altro corteo.
A metà mattinata la città era già in preda al caos anche perché per una certo periodo i cortei sono stati addirittura tre. Da Cairoli sono partiti i «cantierini» con un migliaio di studenti medi al seguito che hanno puntato dritto in centro iniziando subito a «giocare» con petardi e bengala, riempiendo l'aria di esplosioni e fumi colorati. Subito dopo i ragazzi hanno iniziato a «sanzionare» i loro bersagli con uova, scritte e vernice. Nell'ordine la sede Siae, la società per i diritti d'autore, in via Arco, l'Agenzia Intesa Sanpaolo all'angolo con via Mercato, la sede della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde in via Verdi. Il gruppone poi piegava su Missori, Porta Romana per sciogliersi infine in parco Ravizza senza ulteriori danni, nervi degli automobilisti a parte.
Nel frattempo, il gruppetto staccatosi dalla manifestazione di Cairoli ha puntato verso Piazza Cavour dove si è ricongiunto con il corteo guidato dai «Corsari», altri 800 ragazzi. Insieme hanno proseguito verso Melchiorre Gioia e all'altezza dell'incrocio con via Sassetti la «grande battaglia». I dimostranti volevano proseguire fino al Pirellone per chiedere le dimissioni di Formigoni ma hanno trovato la strada sbarrata da alcune squadre del reparto mobile. I due contendenti si sono confrontati per qualche minuto, poi i ragazzi, tra i quali anche l'ex consigliere regionale Luciano Muhlbauer, classe 1963, hanno tentato un aggiramento. Ovviamente la polizia non ha abboccato e gli schieramenti sono arrivati a contatto.
I manifestanti si sono preparati alla battaglia, hanno calato i caschi, hanno fatto testuggine dietro a scudi di plexiglass e sono partiti all'attacco, dopo aver preparato il terreno con un nutrito lancio di petardi, bengala, uova ma anche sassi e pezzi di tegole. Gli agenti hanno replicato, sono volante un po' di bastonate, poi il fronte degli studenti ha iniziato a indietreggiare. I ragazzi hanno poi lamentato feriti, di cui non c'è prova, e 15 arresti, fermamente negati dalla polizia. L'episodio ha provocato molto dolore all'assessore Boeri.
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