Tassisti abusivi a Malpensa: stop alla banda dei pakistani

Tassisti abusivi a Malpensa: stop alla banda dei pakistani

La crisi si fa sentire per tutti, compreso i tassisti abusivi che stazionano a Malpensa, diventati per questo sempre più aggressivi. Gli autorizzati, stanchi di insulti e minacce, si sono rivolti alla Guardia di Finanza. E le fiamme gialle, dopo aver a lungo scrutato le loro mosse, hanno fatto scattare un'operazione che ha portato alla denuncia di 15 abusivi, con relativo sequestro di auto e patenti. Quattro sono italiani ma 11 sono pachistani e indiani, che avevano creato un piccolo racket per sfruttare i loro connazionali.
Quello degli abusivi non è certo un fenomeno nuovo, ed è nato a Malpensa praticamente con l'apertura dell'aeroporto. Anche in passato la convivenza con gli autorizzati non è mai stata tranquilla, con frequenti confronti tra le due parti non proprio all'insegna del fair play. In passato le forze dell'ordine, polizia locale, carabinieri e Polaria, organizzavano periodici controlli. Gli abusivi capivano l'antifona, giravano al largo per un po' tornare all'inizio discretamente poi sempre più fastidiosi. Ma erano gli anni d'oro dello scalo, arrivi e partenze di susseguivano, i passeggeri sbarcavano a frotte e il guadagno era assicurato per tutti.
Negli ultimi tempi però il mercato si è andato progressivamente, e drasticamente, riducendo. Strategie aziendali e crisi economica hanno progressivamente ridotto il numero degli arrivi e la «torta» si è andata progressivamente riducendo. Il confronto tra le parti si è fatto sempre più serrato, gli abusivi sono diventati sempre più invadenti praticando fra l'altro forti sconti ai viaggiatori: 50 euro contro i 90 della tariffa fissa praticata dai «regolari». Nelle scorse settimane le parti si sono affrontate a brutto muso, spesso sono volati insulti, minacce e qualche volta anche gli sganassoni. La categoria era in subbuglio, gli animi si stavano davvero scaldando e qualcuno stava già pensando a organizzare «ronde» per rispondere alle provocazioni.
Prima che la situazione precipitasse è però intervenuta Guardia di Finanza che ha iniziato un discreto servizio di monitoraggio. Dai monitor collegati al circuito interno hanno osservato il movimento all'interno dello scalo mentre personale in borghese andava a verificare la situazione nei parcheggi esterni. Alla fine tra dicembre e gennaio sono scattate un paio di retate, con qualche momento di concitazione, come quando un tassista abusivo per sfuggire ai controlli ha imboccato l'accesso all'aeroporto contromano.
Alla fine sono stati individuati e denunciati 15 abusivi a cui sono state sequestrate anche auto e patenti. Tra loro quattro italiani ma soprattutto 11 pachistani e indiani, un fenomeno del tutto inedito. Gli asiatici avevano creato una piccola ma efficiente organizzazione articolata su due «livelli». Oltre agli autisti infatti c'erano i «mediatori», un gruppetto che si aggirava per lo scalo a caccia di connazionali, spaesati perché appena arrivati e quindi incapaci di comunicare in italiano. Il calo degli affari li aveva però resi molto invadenti anche nei confronti dei viaggiatori, tanto da far arrivare alla Sea una sfilza di lamentele.


Adesso, dopo le retate, la situazione è tornata alla normalità, niente più abusivi, niente più «procacciatori» in giro. Fino a quando, placate le acque, torneranno, in attesa di un nuovo intervento della Finanza, in una sorta «moto perpetuo» destinato a non fermarsi mai.

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