Treni, i leghisti incalzano «Toninelli cambi priorità»

Il Pirellone e il Carroccio in pressing sul ministro Presto un icontro con Fontana. E Fi: «Reagisca»

Alberto Giannoni

Emergenza treni. Il servizio è in crisi, i pendolari sul piede di guerra, la Regione freme. Martedì il presidente della Regione Attilio Fontana prenderà la parola in Consiglio, il giorno dopo incontrerà il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. E intanto Trenord ha delineato un vero e proprio piano d'emergenza.

La premessa è quello che i pendolari hanno chiamato «la disfatta» del servizio. E che la Regione lo chiama «disastro». L'emergenza l'ha certificata anche l'ad di Trenord Marco Piuri, arrivato il 17 settembre per rimettere in carreggiata il trasporto regionale. La puntualità delle corse è calata, le cancellazioni sono al doppio della soglia fisiologica e la flotta è vecchia: dei 397 treni Trenord la componente targata Trenitalia ha 32 anni. Piuri in Regione ha ammesso che per tornare alla normalità ci vorranno due anni. Da qui la necessità di misure-tampone e il piano d'emergenza delinea alcuni interventi, fra i quali una parziale sostituzione dei treni più vecchi (e meno usati) con corse su strada. Trenord assicura che i bus sostitutivi subentreranno sollo nelle corse con meno di 50 passeggeri e sulle linee più periferiche. Ipotesi e timori si moltiplicano nelle varie realtà locali, ma Piuri ha spiegato che questo intervento riguarda solo l'1% dei passeggeri, cioè 7 mila viaggiatori sui 750 mila utenti giornalieri di Trenord. L'azienda, poi, intende garantire che non toccherà le direttrici principali, da e per Milano.

Il piano ora è all'esame della Regione. Un esame tecnico e anche politico. «Martedì ne discuteremo in Aula - ha detto ieri Fontana - dopo faremo le valutazioni anche per rispetto del Consiglio regionale». Il presidente ha garantito che «non andremo ad incidere sulle tratte dei pendolari». «Diciamo le cose come stanno - ha concluso - altrimenti è ovvio che sulla gente ha un impatto negativo. La situazione, purtroppo, è quella che è e i treni non si comprano al supermercato».

L'assessore Claudia Terzi è molto chiara. Ricorda che la Regione «ha già messo in atto con l'acquisto di 161 nuovi treni». E sottolinea che la Regione «ha investito 3 miliardi in Trenord» mentre Trenitalia «ha messo solo 170 milioni di euro». Quindi chiama in causa Trenitalia e il governo: «Sarebbe il caso - dice - che anche Rfi, che risponde direttamente al ministro dei Trasporti, metta in campo con altrettanta tempestività azioni per migliorare l'efficienza della rete. Sarebbe altrettanto opportuno che i consiglieri che hanno un contatto diretto con il ministro Toninelli gli facciano presente che, se proprio bisogna dare un ordine di priorità agli interventi di Rfi, la Lombardia - che produce buona parte del pil di Rfi - sia messa in cima alla lista». E il segretario regionale della Lega Paolo Grimoldi è altrettanto chiaro, e invita il ministro a «indicare come priorità per gli interventi di Rfi la rete ferroviaria lombarda».

Intanto Forza Italia incalza: «Il governo ha deciso di concentrare le risorse di Fs su Alitalia invece di sostenere il trasporto locale - dice Mariastella Gelmini - e questo soffoca la mobilità lombarda. Il governatore reagisca perché si tratta di una scelta inaccettabile che mette in ginocchio i pendolari e limita fortemente lo sviluppo della Regione».

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