A Las Terrenas, all'interno della piccola comunità italiana, da una settimana non si parla d'altro che del duplice omicidio di via Muratori. «Max se l'è cercata» sembra essere uno dei commenti più diffusi. Quasi che gli amici di laggiù fossero a conoscenza dei suoi traffici non immacolati e della disinvoltura con cui Spelta li gestiva. Traffici su cui stanno indagando a Milano gli investigatori della Mobile e di là dell'oceano gli agenti della polizia caraibica.
Dunque dal paradiso della vacanze, del sesso facile e dell'ancora più facile cocaina, sembrano arrivare solo conferme dei sospetti degli inquirenti. Massimiliano «Max» Spelta, 43 anni, e la moglie dominicana Carolina Ortiz Payano, 21, sono stati uccisi per uno sgarro a qualche trafficante. Un sospetto nato dopo il ritrovamento di quel mezzo etto di «polverina» di ottima qualità, nascosto nella loro abitazione di via Mecenate 84, alimentato poi dagli interrogatori di amici e conoscenti. Una vicenda conclusa lunedì sera in via Muratori con sette colpi di pistola, ma nata probabilmente a 8mila chilometri di distanza.
Spelta infatti era una presenza fissa a Las Terrenas, 13mila abitanti, uno delle perle della penisola di Samanà, sul lato settentrionale dell'isola caraibica. Qui c'è un piccola comunità di 500 italiani e più o meno tutti conoscevano il «Max». «Era una persona estremamente cordiale, ogni tanto capitava di bere un birra insieme, anche se non parlava particolarmente dei suoi affari - ricorda un nostro concittadino da tempo insediatosi sull'isola - Nel giro si sapeva che frequentava gente che spippettava di brutto, ma personalmente non l'ho mai visto. Ma qui ormai la cocaina la trovi dappertutto, ottima e a buon mercato. Molti europei, in particolare i francesi, vengono a stabilirsi qui proprio per questo. Negli ultimi anni i narcos colombiani hanno infatti invaso l'isola, trasformandola in base di transito per carichi che poi proseguono per gli Usa e l'Europa. Ormai i sequestri, anche di quintali, sono all'ordine del giorno».
Spelta e Carolina, già consumatori abituali, in difficoltà economica dopo il fallimento dell'azienda di cui l'uomo era socio, avrebbero cercato una scorciatoia per sistemare la loro traballante situazione economica. «Di sicuro posso solo confermare che passavano molto tempo a Las Terrenas e che alloggiavano al residence Colibrì» un posto da 160 euro al giorno, per la cronaca. «Quando la notizia della sua morte è rimbalzata qui, tra noi italiani ne abbiamo parlato molto, perché, come detto, bene o male ci conosciamo tutti ed eravamo tutti dispiaciuti». Dispiaciuti dunque ma non stupiti pare di capire. «Be' io, dicevo, non ho prove che sniffasse figuriamoci che trafficasse. Ma effettivamente commentando con quelli che lo conoscevano meglio, devo ammettere che non c'è stato tutta questa meraviglia. Anzi più di qualcuno ha commentato Se l'è andata a cercare alludendo a quello che pensate voi in Italia».
La testimonianza del nostro connazionale conferma dunque tutti i sospetti della squadra mobile che la morte dei due coniugi sia stata la punizione per uno sgarro a qualche narcos. Una storia iniziata forse chissà quando a Santo Domingo e conclusa con sette proiettili calibro 38 in Porta Romana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.