Cronache

Mille firme contro il Buridda a scuola

Sono pronti a tutto, anche a sedersi in mezzo alla strada e a bloccare la città. Gli abitanti di San Teodoro si ribellano all'idea del Comune di trasferire il centro sociale Buridda da via Bertani a via Pagano Doria nell'edificio accanto a quello che oggi ospita la scuola media Nino Bixio. Quando si è sparsa la voce che l'assessore al Patrimonio Bruno Pastorino aveva individuato in questo spazio il sito dove ricollocare il Buridda, i residenti non hanno perso tempo e hanno subito formato un comitato. Tra via Ceppi, via Doria, via Don Minetti, salita San Francesco e salita del Passero in tre settimane sono state raccolte mille firme che finiranno presto sulla scrivania del sindaco Marta Vincenzi, mentre su quella del presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello c'è già la lettera degli abitanti con la quale chiedono di essere ricevuti a Tursi. Alla base della protesta, la notizia di destinare l'edificio di via Pagano Doria, dove si trova la scuola Nino Bixio, e il fabbricato accanto «a un non meglio precisato centro di aggregazione giovanile». Ma - scrivono i residenti - «secondo informazioni che ci sono pervenute gli edifici in questione verrebbero destinati a sede del centro sociale Buridda che attualmente occupa in modo abusivo i locali di via Bertani». Dopo aver assegnato un immobile al comitato «Piazza Carlo Giuliani» a canoni più che agevolati, il Comune ora si prodiga per trovare una nuova casa anche al Buridda. Il comitato San Teodoro è nato con l'obiettivo di opporsi a tale trasferimento che recherebbe molti danni al quartiere in termini di viabilità, disponibilità di parcheggi e rumorosità. «Questa è una zona residenziale molto tranquilla - spiega il neopresidente Marco Sabbadini -. Il problema è che i centri sociali di solito organizzano attività che si protraggono fino a tarda notte. Noi qui sentiamo i concerti che si fanno al porto antico, figurarsi quelli sotto casa...». Il Buridda troverebbe posto nel fabbricato adiacente alla scuola media che chiuderà i battenti tra due anni quando le attuali classi andranno ad esaurimento. «Il nostro timore è che tra un paio d'anni il centro sociale si trasferisca in modo permanente all'interno dell'edificio scolastico.

Ma noi ci opporremo in tutti i modi», avverte il presidente del comitato, forte di mille consensi.

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