Missioni all'estero, il decreto alla Camera. Il voto sul rifinanziamento previsto domani

Interventi di sviluppo e cooperazione "dal basso", tre conferenze internazionali, fondi per militari e forze di polizia: sono questi i principali contenuti del decreto legge che stanzia 1.040,550 milioni di euro per prorogare nel 2007 la partecipazione dell'Italia a missioni militari all'estero tra cui quelle in Afghanistan e in Libano

Missioni all'estero, il decreto alla Camera. Il voto sul rifinanziamento previsto domani

Roma - Interventi di sviluppo e cooperazione "dal basso", tre conferenze internazionali, fondi per militari e forze di polizia: sono questi i principali contenuti del decreto legge che stanzia 1.040,550 milioni di euro (di cui 125, poco più del 10%, per interventi umanitari e di servizio alle comunità locali) per prorogare nel 2007 la partecipazione dell'Italia a missioni militari all'estero tra cui quelle in Afghanistan ed in Libano. Il testo, su cui oggi è iniziata alla Camera la discussione generale, ha subìto interventi decisivi durante l'esame in commissione: interventi che hanno di fatto recepito molte delle richieste avanzate dalla sinistra radicale per esaltare l'aspetto umanitario rispetto a quello tattico-militare delle missioni all'estero. L'obiettivo della maggioranza è di "blindare" al Senato il testo (scade ai primi di aprile) licenziato dalla Camera, chiudendo ogni trattativa a Montecitorio per scongiurare il rischio di una seconda lettura. Ecco le principali novità introdotte:

Fondi per la cooperazione: 40 milioni di euro all'Afghanistan (a fronte dei 310 milioni per spese militari), 5,5 per il Sudan e 30 per il Libano vengono stanziati per il miglioramento della condizioni di vita della popolazione di quei Paesi. Lo stanziamento per l'Afghanistan, inizialmente pari a quello del Libano, è stato aumentato di 10 milioni in commissione.

La cooperazione dal basso e le Ong: in commissione è stato previsto che la Farnesina possa affidare incarichi temporanei di consulenza o specifiche attività «anche ad enti ed organismi specializzati», e stipulare contratti con personale esterno alla pubblica amministrazione. Tali incarichi e contratti «sono affidati a enti o organismi e stipulati con persone aventi nazionalità dei Paesi in cui si svolgono gli interventi di cui al presente articolo, ovvero di nazionalità italiana o di altri Paesi a condizione che il ministero degli Esteri abbia escluso che localmente esistono le professionalità richieste.

Le conferenze internazionali: sono tre gli appuntamenti internazionali annunciati dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema che sono finanziati dal decreto. Si tratta in particolare: della Conferenza internazionale di pace per l'Afghanistan (500mila euro), della Conferenza per le pari opportunità a difesa dei diritti umani delle donne e dei bambini dei Paesi dove sono dispiegati i nostri militari (50mila euro), e la conferenza sulla Giustizia in Afghanistan (127.800 euro).

Iraq, i militari restano ma resta la cooperazione: Anche se le truppe italiane sono state ritirate dall'Iraq, in quel Paese continua la nostra cooperazione. Il decreto stanzia 30 milioni di euro »per la prosecuzione della missione umanitari a di stabilizzazione e di ricostruzione dell'Iraq«. La missione mira al sostegno dello sviluppo socio-sanitario in favore delle fasce più deboli della popolazione, della formazione nei settori della pubblica amministrazione, delle infrastrutture, della informatizzazione, della gestione dei servizi pubblici, al sostegno dello sviluppo socio-economico, dei mezzi di comunicazione e delle attività didattico-formative nel settore della pubblica istruzione. Anche in questo caso, andranno usate risorse umane e materiali locali. Su tutte queste attività, e questa è un'innovazione, il ministro degli Esteri riferisce ogni anno in commissione.

I militari: Per i soldati schierati in Libano si stanziano 386,68 milioni; 310,08 per l'Afghanistan; 143,85 per i Balcani, 30,56 milioni per la Bosnia; 8017 per Active Endeavour (contrasto al terrorismo); 1,49 per gli osservatori internazionali a Hebron; 1,4 per l'assistenza alle frontiere al valico di Rafah; 656mila euro per il personale militare in Darfur; 411,8 alla missione di polizia dell'Ue in Congo; 217,5 alla missione peacekeeping dell'Onu a Cipro; 3 milioni di euro per l'assistenza alle forze armate albanesi. A tutto questo si sommano i fondi per gli appartenenti alle forze dell'ordine, per le quali, fra l'altro, ci sono 200mila euro per dei corsi di introduzione alla cultura e alla lingua araba.

I diplomatici: Alla Farnesina sono destinati 208mila euro per

l'invio di personale non diplomatico all'ambasciata italiana a Baghdad, 200 mila euro (arrivando a 400mila) per le spese dell'Unità di crisi e 232mila euro per i funzionarti che partecipano alle missioni internazionali.

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