Mistero sugli otto marinai italiani sequestrati dai libici

RomaUna nave civile italiana con a bordo undici persone di equipaggio è caduta in mani libiche, trasformandosi in un vascello fantasma che viaggia sconosciuto ai radar con destinazione e obiettivi ignoti. Il sequestro tiene in ansia le famiglie dei marittimi - otto italiani (cinque siciliani, due campani, un laziale), due indiani e un ucraino - e la società a cui appartiene l’imbarcazione, l’Augusta Offshore, nella cui sede napoletana ieri si è vissuta una domenica lunghissima. La nave «dirottata» è il rimorchiatore d’altura Asso 22, che svolge operazioni di assistenza alle piattaforme petrolifere dell’Eni ed è di casa nei porti libici.
Quello che è accaduto nelle ultime ore a bordo dell’Asso 22 è tinto di giallo, a causa di comunicazioni a singhiozzo, malgrado l’impegno di Augusta Offshore nel mantenere i contatti con l’equipaggio. Quel che è certo è che venerdì l’Asso 22 su richiesta di clienti libici si sposta dalla sua base nel porto di Mellitah a Tripoli, a 120 chilometri di distanza. In serata il rimorchiatore viene trattenuto nel porto della capitale libica e riceve la visita di alcuni personaggi che si qualificano come membri dell’Autorità portuale libica. Chiedono dati tecnici sulla nave, si fanno spiegare il funzionamento della strumentazione. I tizi si ripresentano qualche ora dopo, nel primo pomeriggio di sabato, per un’altra ispezione e per fare qualche foto sul ponte e alla sala macchine. La situazione precipita nella serata di sabato. I libici risalgono a bordo e trascorrono la notte a familiarizzare con il comando della nave.
Alle 6.30 di ieri il comandante dell’Asso 22 avvisa la compagnia che a bordo sono saliti anche militari armati. È a questo punto che lo strano fermo si trasforma in un vero e proprio sequestro: vengono imbarcati in coperta due gommoni fast boat, particolare che fa pensare alla volontà di dare l’assalto a una piattaforma petrolifera, ci si prepara alla partenza, i sequestratori interrompono le comunicazioni. Alle 13 l’Asso 22 lascia il porto di Tripoli e prende il largo in direzione Nord-Ovest, apparentemente senza la scorta di navi libiche. A bordo i militari libici armati e gli undici marittimi, tutti pare in perfette condizioni di salute. Ma la situazione desta molte preoccupazioni: la capitaneria di porto di Napoli nella serata di ieri ammette di non sapere dov’è il rimorchiatore.

La situazione è monitorata minuto per minuto anche dall’unità di crisi della Farnesina, che la definisce «fluida». In serata però il rimorchiatore è stato intercettato da un elicottero della coalizione e alla vista del velivolo militare il comandante ha deciso di invertire la rotta e di dirigersi nuovamente verso Tripoli.

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