Grazie ad una ricerca resa nota sulla rivista scientifica Nature, alla quale hanno partecipato anche scienziati dell'Istituto nazionale di fisica nucleare italiano, sappiamo che il «tuono» prodotto dal Big Bang, l'esplosione che ha generato l'Universo, non può superare una certa soglia di «rumor».
Per la prima volta, infatti, i fisici hanno esplorato il primo minuto di esistenza del cosmo attraverso la ricerca delle onde gravitazionali. Cioè di quelle increspature dello spazio tempo (come le onde prodotte da un sasso che cade in uno stagno) dovute a grandi sconvolgimenti. Oltre ovviamente al Big Bang, le onde gravitazionali possono essere prodotte da esplosioni di grandi stelle (come le supernovae), dallo scontro tra buchi neri o dalle stelle di neutroni. Finora le onde gravitazionali, previste da Einstein, non sono mai state osservate. La loro ricerca avviene attraverso apparati tecnologicamente avanzatissimi che debbono rivelare, attraverso fasci laser che corrono avanti e indietro per un centinaio di chilometri, variazioni di lunghezza dell'ordine di un millesimo del diametro di un nucleo atomico.
In Italia esiste uno di questi apparati, è l'interferometro «Virgo», a Cascina vicino a Pisa, presso l'Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego). È il prodotto della collaborazione tra Italia e Francia.
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