Modà, Emma e Annalisa fanno impazzire anche l’antifestival

nostro inviato a Firenze

Lo spettacolo, qui in Piazza Santa Croce, è di quelli da lasciare senza fiato. Da una parte la Basilica dove sono sepolti Michelangelo, Galileo e Machiavelli, una delle valvole nevralgiche del Rinascimento che Foscolo ricordò così nei Sepolcri: «Ma più beata che in un tempio accolte serbi l’itale glorie». Dall’altra il palco del Trl Awards, gonfio di led e riflettori, in pratica l’antifestival o meglio il festival della meglio gioventù di Mtv, rigorosamente composta da adolescenti di passaggio e adolescenti per sempre. Si premiano, volendo, via web o via sms, i simboli del pop, gente che dai celebratissimi Modà arriva a Robert Pattinson di Twilight, passando per Giusy Ferreri, Emma Marrone, Max Pezzali, Annalisa, Gianluca Grignani, Marracash, Zero Assoluto, Dragonette, Dolcenera, Nathalie, Alexis Jordan, Loredana Errore, Blind Fool Love, Valerio Scanu. A presentarli davanti a ventimila ragazzi, i due della serie cult I soliti idioti, Francesco Mandelli e Fabrizio Bigio, insieme con Nina Zilli, voce preferita da Ozpetek e da un bel po’ di tifosi del pop vintage.
Visto il posto, il rettore dei francescani, padre Antonio Di Marcantonio, ha pensato che i ragazzi in festa davanti a una Basilica nella Settimana Santa fossero «un oltraggio». Il sindaco Matteo Renzi gli ha risposto come neppure Mick Jagger ai bei tempi: «Se alcuni frati provassero a parlare di più di Gesù Cristo e meno a fare polemiche tutte le settimane, forse in questa città avremmo più cristiani e forse tutti faremmo meglio il nostro lavoro». Sbrigate le scaramucce del caso, lo show ha fatto il proprio scintillante dovere fino a notte fonda (perciò non possiamo scrivere i vincitori), seminando premi che solo dal nome individuano la nuova generazione che cresce. Basta con i soliti «miglior questo» o «miglior quello»”. Adesso vince la trasversalità.

Perciò ecco il «Too much Award» (il premio dei premi), il «Wonder woman», il «Best talent show» o l’«Italians do it better», tutti in fila a individuare il profilo ideale da star degli anni Dieci: bello ma non troppo, bravo naturalmente, malinconico, mai troppo oltraggioso.
Fossimo stati attenti, qui in Piazza Santa Croce sarebbe bastato poco a capire come saranno i trentenni di domani. Meglio del prevedibile, si direbbe.

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