Australia. Storia di frontiere lontane. Di Paesi al passo con il progresso. Storie di tradimenti. Di disillusioni stampate davanti agli occhi. Moda e design sanno di antico, non di progressi tecnologici. Storie di uno ieri che laggiù, a migliaia di chilometri, è l'oggi. Storie di mode più vecchie di ogni passato. Vent'anni che diventano di più. Forse trenta. Il progresso del design si è fermato ai nostri anni Sessanta. Poco più o poco meno. Vent'anni che restano un abisso di profondità. La moda. L'apparenza. L'essere.
Stando in casa. E perfino aprendo un armadio che odora d'antico. L'Australia di oggi è uno ieri in salsa moderna. Pezzi d'arredamento datati. Rubinetti senza miscelatore, divani dalla linea antiquata. Prese elettriche con l'accensione collegata. Grandi alberghi e piccole abitazioni hanno molto in comune. Tracce di un altro ieri che la vecchia Europa ha mandato in soffitta da tempo. Dimenticato. Tracce di un'epoca che non esiste, quando avere acqua tiepida significava dover riempire il lavandino. O calibrare la quantità di acqua calda e fredda sotto la doccia. E il pensiero corre a sistemi più moderni. Al passo con i tempi. Dubbi di chi sul divano è seduto comodo in linee moderne. Di chi guarda le altrui abitazioni per ammirarne la bellezza, non per stupirsi che i paesi sono costituiti, in prevalenza, da prefabbricati. Quelli che oggi si usano per le emergenze dei terremotati. Stralci e squarci di uno ieri che in Australia è l'oggi. Case fragili che rappresentano qualcosa che all'occidente europeo non è mai stato familiare. Neppure all'Inghilterra che tanta memoria ha segnato nella moderna Australia. Uno stato che dal regno unito si è discostata per sistema metrico decimale e, in parte, per le regole da codice stradale. Eppure mostra case spesso dallo squallore evidente nei paesi più che in città anonime dove tracce di ancien regime europeo si mescolano ad aneliti di grattacieli futuribili.
Poi l'abbigliamento. Linee sconosciute. Mode mai sbarcate nella patria di canguri e koala. Gessati e grigi, gonne che si sposano con scarpe da tennis. Apocalisse dei colori. Profumi di un tempo che fu e che, purtroppo, per ora è ancora. Folle di personaggi anonimi. Senza distinzione. Senza alcun riconoscimento. Senza segni distintivi. Le sfilate inventate negli «arcade» sanno di normalità. Senza eccentricità. Senza caratteristiche. Omologazione di fogge e di gusti. Anonimato. Modelle avvenenti senza essere eteree. Atmosfere festivaliere senza essere esclusive. La Sydney patinata è tutta qui. Tra negozi stravaganti senza originalità.
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