Moffa scopre le carte: "10 deputati col governo"

L’ex finiano conferma i rumors: "L’area di responsabilità sta crescendo". Verso il centrodestra parlamentari di Fli, Udc, Mpa e Idv Dopo l’annuncio scoppia la rissa. Centristi e dipietristi: solo pubblicità. I futuristi giurano: nessuno cadrà in tentazione. Ma intanto...

Moffa scopre le carte: "10 deputati col governo"

Roma - «Col tempo e con la paglia maturano le sorbe», dice il proverbio. E col tempo, annuncia il deputato ex Fli Silvano Moffa, tornato in extremis nella maggioranza il giorno della fiducia, potrebbe maturare anche il drappello di nuovi parlamentari «responsabili» pronti a rimpolpare i traballanti numeri del governo.

«È possibile che acquisiremo altri dieci parlamentari», assicura Moffa, secondo il quale «sta crescendo l’area di consapevolezza rispetto alla necessità di andare avanti stimolando il governo a lavorare per realizzare le riforme di cui il paese ha bisogno. Nei prossimi giorni lasciamo maturare le cose, perché sono scelte che riguardano i singoli». Singoli che arriverebbero «dalle file di Fli, Udc e anche Idv, perché in quei partiti c’è una diffusa sofferenza e la consapevolezza dell’importanza di sostenere la legislatura».

L’ottimismo sulle novità che potrebbero concretizzarsi entro gennaio, già manifestato dal premier Silvio Berlusconi, viene dunque confermato dal deputato che è oggi a capo della pattuglia dei «responsabili» che hanno sostenuto il governo nella prova dell’ultimo voto di fiducia, e che nei progetti del Pdl dovrebbero andare a costituire assieme agli altri “cespugli“ di centrodestra un unico gruppo parlamentare, che dia più peso numerico alla maggioranza nelle commissioni. Dai partiti chiamati in causa si scatena però un fuoco di fila su Moffa. «Per dare credito alle sue trovate pubblicitarie - dice l’Udc De Poli, ricordando che finora il suo è l’unico gruppo, col Pd, a non aver registrato defezioni - lo invitiamo a fare i nomi dei presunti transfughi e a non spargere, altrimenti, veleni gratuiti».
Molto offesi anche i dipietristi, che ancora non si sono ripresi dalla dolorosa dipartita di Razzi e Scilipoti, e che attaccano a testa bassa: «Moffa non è più un politico, è un piazzista di scarso talento», dice il capogruppo Idv Massimo Donadi. Ma i più offesi di tutti sono i finiani, che non risparmiano colpi all’ex compagno di partito. «Moffa abbia il buon gusto, se non la dignità, di non occuparsi dell’argomento», dice Fabio Granata. Benedetto Della Vedova smentisce seccamente ogni tentazione di fuga dal gruppo di Fli: «Non conosco neanche una persona di Fli disposta a voltare le spalle a Fini per correre in soccorso di Berlusconi».

Gli unici a tacere sono i cinque del Mpa, terza gamba del Terzo Polo e maggiori indiziati di sensibilità alle sirene della «responsabilità». Continuano a girare i nomi di Ferdinando Latteri, ex rettore dell’Università di Catania e già transitato dal Forza Italia al Pd (che lo elesse) per poi spostarsi con Lombardo (che lo rielesse), e di Aurelio Misiti (già Idv), che spiega: «Per molti parlamentari è più importante salvare l’Italia dalla speculazione che restare fedeli al partito». E con l’Italia, salvare anche il seggio da elezioni anticipate: una priorità trasversale, in Parlamento. Che difficilmente spingerà più di qualche «singolo» deputato tra le braccia di Berlusconi, ma che di sicuro aiuterà a traghettare la maggioranza oltre alcuni difficili guadi parlamentari. Spiega un dirigente Udc: «Casini farà di tutto, nei prossimi mesi, per evitare incidenti al governo: gli serve tempo, e che si voti più tardi possibile».

E all’opera di sminamento collaboreranno anche i finiani: «Il cerino delle elezioni anticipate lo ha acceso la Lega, e certo non faremo a Bossi il favore di prendercelo noi», dice Benedetto Della Vedova. Insomma: se il Carroccio vuol davvero andare a votare entro l’anno, se ne dovrà assumere la responsabilità e il prezzo.

Sulla mozione di sfiducia a Sandro Bondi il Terzo Polo (alquanto diviso) probabilmente si asterrà, e qualche provvidenziale assenza di opposizione dovrebbe evitare il peggio. Quanto al federalismo fiscale, atteso alla prova della commissione bicamerale dove il finiano Baldassarri è l’ago della bilancia, da Fli assicurano: «Passerà».

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