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Moioli: «A Milano punteremo sui corsi di lingua»

Moioli: «A Milano punteremo  sui corsi di lingua»

«La priorità è evitare che in alcune scuole si creino ghetti». Mariolina Moioli, assessore alla Scuola del Comune di Milano, si trova in prima linea nell’affrontare un problema che nel capoluogo lombardo è più massiccio che altrove.
Qual è il livello di gravità della situazione che si è creata nelle scuole milanesi?
«Varia in base alla diversa concentrazione degli stranieri nei singoli istituti - risponde l’assessore Moioli -. Nelle classi in cui c’è un altissimo numero di alunni immigrati, si crea una situazione di inferiorità dei loro compagni italiani. E dunque i loro genitori tendono a spostarli in altre scuole. Non posso biasimarli: ritengo che non si debbano creare situazioni che ostacolino l’apprendimento degli studenti. Purtroppo ogni maggioranza tende a emarginare le minoranze».
Il problema è che spesso la minoranza sono gli italiani...
«È proprio per questo che cerchiamo di orientare i genitori degli alunni immigrati a scegliere le scuole dove c’è un numero più basso di stranieri».
Difficile realizzarlo, in una città come Milano che conta 17.500 studenti extracomunitari...
«Il problema è che l’insediamento degli immigrati nelle diverse regioni del nostro Paese non segue una logica globale. Occorre che il governo italiano concordi con i Paesi da cui provengono gli immigrati la destinazione di chi arriva in Italia».
Che cosa fa il Comune per favorire gli alunni stranieri nell’apprendimento linguistico?
«Abbiamo lanciato il progetto Start, che prevede che durante le vacanze estive i ragazzi immigrati vengano a scuola per imparare la lingua.

Nell’ultimo anno ne abbiamo coinvolti 3mila e investito un milione e 403mila euro per l’integrazione scolastica».

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