Caso Regeni, ora l'Egitto corregge tiro: "Vogliamo collaborare"

La banda di cinque rapinatori non c'entra nulla con l'omicidio. E il Cairo prova a rassicurare Renzi: "Le indagini non sono concluse"

Caso Regeni, ora l'Egitto corregge tiro: "Vogliamo collaborare"

Dopo le varie smentite e precisazioni che hanno reso evidente come la banda di cinque rapinatori (tutti uccisi) non c'entri nulla con il rapimento e l'omicidio di Giulio Regeni, oggi l'Egitto prova a correggere la rotta e a rassicurare l'Italia che le indagini non sono concluse.

Complice anche la dura dichiarazione di ieri del premier Matteo Renzi ("L'Italia non si accontenterà di nessuna verità di comodo"), ci ha pensato oggi il ministro degli Esteri Sameh Shoukry a riportare l'Egitto su una linea di collaborazione, almeno a parole. In una intervista al quotidiano al Youm, il responsabile della politica estera ha spiegato che l'Egitto "lavora con trasparenza e vuole collaborare a fondo con l'Italia". "Non abbiamo alcun interesse che gli italiani abbiano dubbi e ne risentano le relazioni", ha assicurato. Ma il clima sul caso Regeni resta incandescente, con le opposizioni che chiedono che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferisca in parlamento e i genitori del giovane ricercatore ucciso che annunciano una conferenza stampa per martedì al Senato.

Del fatto che si tratta di una vicenda che ha molto colpito l'opinione pubblica il governo ne è consapevole. Lo dimostrano le parole del ministro dell'Interno Angelino Alfano che proprio questa mattina era tornato a chiedere all'Egitto una maggiore collaborazione. "Dopo la nuova improbabile ricostruzione sull'omicidio di Regeni - ha detto Alfano in una intervista al Corsera - davanti alla nostra fermezza nel perseguimento della verità, gli egiziani si sono comunque riposizionati e ci hanno fatto sapere che le loro indagini sono ancora in corso". Quindi ha reiterato una richiesta ben precisa: "A questo punto i nostri investigatori devono essere direttamente coinvolti, partecipare a interrogatori e verifiche fatti dai colleghi del Cairo. Il nostro occhio è indispensabile".

Dal Cairo il ministro Sameh Shoukry ha cercato comunque di spegnere l'incendio pur mostrando che l'Egitto non sembra capire l'attenzione italiana sul caso: "L'Italia è un partner importante: ciò che sta accadendo è un caso isolato. Non merita questa esagerazione anche se è una realtà da affrontare".

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