Come ogni elezione che si rispetti, non può mancare uno scandalo. Più o meno fondato (e cavalcato dagli avversari) che sia. Il giudice della Corte Suprema di New York, Cynthia Kern, ha deciso che il caso sulla presunta frode da 40 milioni di dollari che vede coinvolta la Trump University andrà a processo. Respinta la richiesta del procuratore generale Eric Schneiderman di un giudizio sommario, accolta invece quella della difesa di un processo davanti ad una giuria. Donald Trump potrebbe essere chiamato a testimoniare proprio durante la campagna elettorale.
Jeffrey Goldman, legale del candidato alle primarie repubblicane, ha spiegato al Wall Street Journal che è stato proprio lui a chiedere il processo davanti ad una giuria: "Crediamo che sarà un giudizio equo", ha detto, precisando che il processo potrebbe iniziare quest’autunno. Non si può escludere, però, che la questione possa arrecare qualche danno a Trump.
Nel 2013 il procuratore di New York Eric Schneiderman (democratico) aveva avviato una causa civile contro il magnate dell’immobiliare, accusando l’università di aver ingannato gli studenti facendo pagare loro una retta ma insegnando senza avere la necessaria licenza, dal 2005 al 2011.
Trump ha negato qualsiasi accusa, ma Schneiderman ha spiegato che il tycoon sarà "un testimone essenziale" durante il processo, precisando che intende provare come abbia truffato migliaia di studenti.Nella causa si chiede la restituzione delle rette pagate il e risarcimento danni per più di 5.000 studenti (tra cui 600 newyorkesi) che versarono fino a 35mila dollari ciascuno.
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