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Ecco chi è il nuovo sultano dell'Oman

Dopo la morte del sovrano, che per quasi 50 anni ha guidato la nazione, è stato nominato il cugino, della stessa famiglia reale. Il suo nome era stato inserito in una busta dal leader prima che morisse

Ecco chi è il nuovo sultano dell'Oman

Ha governato il suo Paese per quasi 50 anni, diventando il più longevo dei regnanti in Medio Oriente. Ma ne è andato in queste ore, all'età di 79 anni, a causa di cancro al colon che lo aveva colpito da qualche tempo. È morto così, Qabus bin Said al Said, il sultano dell'Oman, le cui condizioni di salute erano notevolmente peggiorate negli ultimi mesi. A comunicare il suo decesso, un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Ona. A sostituirlo sarà il cugino, Haitham bin Tariq, che ha prestato giuramento, diventando il decimo sultano del Paese.

Chi è il nuovo sultano

"È con tristezza che l'Oman piange il nostro sultanto Qabus bin Said, chiamato a Dio venerdì sera", si legge nel messaggio diffuso alla popolazione. Il sultano, alla guida del Paese per mezzo secolo, aveva portato l'Oman a livelli di modernizzazione e di stabilità senza precedenti. Senza figli, Qabus bin Said al Said, aveva lasciato il Paese senza un successore, non avendone mai nominato pubblicamente un altro. Haitham bin Tariq, però, avrebbe giurato come nuovo sultano dopo un incontro della famiglia reale, nel quale è stato deciso di nominare chi era stato scelto dal sultano. Come riportato dall'emittente al Arabiya, Qabus aveva scritto segretamente il suo nome in una busta, indicandolo come la persona più giusta a prendere il suo posto per la sua "saggezza". Già ministro della Cultura, Tariq ha 65 anni ed è parte della famiglia reale al Said. Nella vita, è stato anche sottosegretario agli Affari Esteri e segretario generale dello stesso ministero. Si è laureato nel 1979 all'Università di Cambridge, nel Regno Unito, ed è stato anche capo della Federazione calcistica nazionale.

Cosa farà il nuovo sovrano

Tariq ha assicurato che l'Oman manterrà la politica di "non ingerenza" pereseguita dal suo predecessaro, che ha ritagliato alla nazione un ruolo di mediatore regionale rispettato da tutta la comunità internazionale. "Seguiremo il percorso del defunto sultano", ha dichiarato Haitham nel suo primo discorso pubblico, dopo il suo giuramento come guida dello stato. Il nuovo sultano ha lodato "la politica estera del nostro Paese di vita pacifica tra nazioni e popoli", ma anche la scelta "di non interferire negli affari interni degli altri, nel rispetto della sovranità delle nazioni e della cooperazione internazionale". Haitham ha ricordato che la politica estera omanita è stata costruita su "principi di coesistenza pacifica" e sul mantenimento di "legami amichevoli con tutti i Paesi". Ha promesso nuovi sforzi per lo sviluppo del Paese, sul percorso già tracciato dal predecessore.

Chi era il sultano

Considerato un vero innovatore, Qabus, negli anni, avrebbe forgato il suo status di mediatore regioanle, neutrale e molto rispettato, sia nel Golfo, sia sulla scena internazionale. Nato il 18 novembre del 1940 a Salalah, nella provincia meridionale di Dhofar, dove ha studiato, il sultano entrò nella Royal Military Academy di Sandhurst, in Gran Bretagna, all'età di 20 anni, e lì si diplomò con il grado di tenente dopo due anni di studi. Trascorse un anno con un battaglione dell'esercito britannico di base in Germania e tornò in Oman nel 1964, momento in cui il Paese era strettamente controllato dal padre, rigidamente conservatore.

Il sultanato dell'Oman

Il 23 luglio del 1970, dopo aver rovesciato il padre, salì al trono e si impegnò a modernizzare quello che allora rappresentava il Paese più povero della penisola arabica e iniziò a esportare petrolio. Diventato l'ottavo sovrano della dinastia Al Bou Said, al potere dal 1749, proclamò il sultanato dell'Oman e non più il sultanato dell'Oman e del Moscato, una terminologia che ricordava l'eterna divisione del suo Paese, cambiando bandiera e moneta. Fece appello ai pochi laureati locali, esortando gli omaniti in esilio a tornare e a fondare un governo, con il fine di sviluppare il Paese, che all'epoca mancava di strade, scuole e ospedali.

I primi anni da sultano

"Nei primi anni, andava di villaggio in villaggio e parlava ogni settimana alla radio che, all'epoca, era l'unico modo per raggiungere l'intera popolazione", ha spiegato l'analista Ahmed al-Mukhaini. L'inizio del suo regno fu segnato dalla ribellione del movimento marxista di Dhofar, che lui sconfisse nel 1975, con l'aiuto dello shah iraniano Mohammed Reza Pahlavi (il quale invio circa 3mila soldati nel Paese). Con la Repubblica islamica, che si trova proprio di fronte alle sue coste, dall'altra parte dello strategico stretto di Hormuz, mantenne sempre buoni rapporti. Infatti, a differenza di altri leader arabi, adottò una posizione di neutralità nel conflitto tra l'Iran e l'Iraq.

Il peso dell'Oman

Situato tra Iran e Arabia Saudita, il sultanato dell'Oman è una delle rare petromonarchie della zona a mantenere buone relazioni con Teheran, cosa che ha portato i principali Paesi occidentali a consultarlo sul dossier nucleare o per rilascio di ostaggio, soprattutto nel vicino Yemen.

I (buoni) rapporti con Teheran consentirono al sultano di offrire la sua mediazione, come quella che consisteva nell'ospitare contatti segreti tra l'Iran e gli Stati Uniti, che avrebbero portato all'accordo internazionale del 2015 sul programma nucleare iraniano.

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