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Cina, l'"aula Confucio": i versi di Li Qingzhao

L'analisi dei versi della "Quartina d'estate" di Li Qingzhao

Cina, l'"aula Confucio": i versi di Li Qingzhao

Di seguito l'analisi dei versi della "Quartina d'estate" di Li Qingzhao:

"Quando si è vivi, si dovrebbe essere un eroe fra gli uomini,
quando si è morti, si dovrebbe essere un eroe fra gli spiriti.
Xiangyu viene ricordato ancora oggi,
solo perché rifiutò di rassegnarsi alle circostanze
e tornare a est del fiume"

Li Qingzhao (1084-1151), originaria di Jinan, nella provincia dello Shandong, è stata una poetessa della dinastia Song. Nel periodo iniziale le sue creazioni sono fresche ed eleganti, ma in quello tardo - dopo che il crollo del Paese e la distruzione della sua famiglia la condussero a rifugiarsi nella zona a sud del Fiume Azzurro - diventano colme di un tragico sdegno. Questa poesia inizia con toni alti, esplicitamente definendo il concetto di valore del vivere: in vita, occorre dare il meglio di sè, dando contributi alla patria; anche la morte deve essere offerta alla patria, in tal modo diventando eroi fra gli spiriti. L’entusiasmo patriottico che riluce nei suoi versi svolse al tempo un ruolo efficace nel ridestare le coscienze. Tuttavia la classe dirigente dei Song meridionali non si curava della sorte della popolazione, ma soltanto della propria salvezza, perciò la poetessa pensò alla figura di Xiang Yu, che ruppe l’accerchiamento, arrivando a Wujiang. Il governatore di Wujiang cercava di convincerlo a fargli attraversare immediatamente il fiume e ritornare a Jiangdong per riunire le forze. Xiang Yu invece, vergognoso di incontrare la popolazione di Jiangdong, tornò a combattere, uccidendo centinaia di nemici, e poi si suicidò tagliandosi la gola.

Facendo riferimento allo spirito eroico di Xiang Yu nel preferire la morte alla resa, la poetessa critica aspramente l’atteggiamento vergognoso dei detentori del potere, la dinastia dei Song meridionali.

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