Il comandante dell'esercito iraniano: "L'Isis ha i giorni contati"

Qassem Suleimani, capo della potente Forza Quds, o Brigata Gerusalemme, le teste di cuoio per le operazioni all’estero dei Guardiani della Rivoluzione, meglio noti come pasdaran

Il comandante dell'esercito iraniano: "L'Isis ha i giorni contati"

"Gli jihadisti dello Stato Islamico sono ormai prossimi alla fine". È questa la profezia lanciata dal generale iraniano Qassem Suleimani, capo della potente Forza Quds, o Brigata Gerusalemme, le teste di cuoio per le operazioni all’estero dei Guardiani della Rivoluzione, meglio noti come pasdaran. "Considerate le forti perdite subite in Iraq e in Siria dal Daesh e da altri gruppi terroristici, siamo certi che si stanno rapidamente avvicinando alla fine delle loro vite", ha affermato Suleimani in una delle sue rarissime dichiarazioni pubbliche.

Negli ultimi mesi l’alto ufficiale, chiamato anche il Comandante-Ombra, ha coordinato le attività dei combattenti sciiti in Iraq, facendosi notare spesso in prima linea contro lo Stato Islamico, anche al fianco dei peshmerga curdi. Fu lui che lo scorso giugno,
quando i jihadisti espugnarono Mosul, si precipitò a Baghdad per guidare il contrattacco che segnò il picco del coinvolgimento iraniano nel conflitto. Più di recente in alcune foto postate on-line è poi stato immortalato nel sud della Siria, dove è in corso una vasta offensiva delle milizie libanesi di Hezbollah in direzione del confine con Israele. Da Teheran, dove è rientrato per le celebrazioni del 36mo anniversario della Rivoluzione Khomeinista, Suleimani ha rivendicato quanto sia in crescita oltre confine l’influenza dell’Iran. "Oggi vediamo i segni dell’esportazione della Rivoluzione Islamica in tutta la regione, dal Bahrein all’Iraq, dalla Siria allo Yemen e nel Nord-Africa", ha sottolineato.

"In seguito alla serie di sconfitte subite gli arroganti e i sionisti hanno ammesso, molto più che in passato, le proprie debolezze e la potenza della Repubblica Islamica", ha aggiunto il generale, alludendo con l’aggettivo "arroganti" agli Stati Uniti e ai Paesi occidentali loro alleati più stretti.

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