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La connessione venezuelana inguaia Sean Penn e Maduro

Ecco lo snodo che l’attore non ha rivelato nel suo lunghissimo articocolo e nell'intervista a El Chapo

La connessione venezuelana inguaia Sean Penn e Maduro

C’è uno snodo che l’attore Sean Penn non ha rivelato nel suo lunghissimo articolo – con sul finire una intervista a El Chapo tanto breve quanto insignificante – su Rolling Stone Usa: il Venezuela. E, adesso, la sua situazione con la giustizia, sia messicana che statunitense, potrebbe complicarsi non poco. L'incontro decisivo per arrivare al boss più ricercato al mondo è avvenuto infatti – lo riporta oggi con molti dettagli Emili J. Blasco, corrispondente a Washington del quotidiano spagnolo ABC - sull'isola di Margarita. Qui Penn ha parlato a lungo in un resort, senza accorgersi di essere “monitorato” dall’intelligence Usa, con almeno uno dei figli di Guzmán.

Un incontro organizzato da alti dirigenti chavisti coinvolti sino al collo con el Chapo nel narcotraffico verso gli Stati Uniti. Nello specifico ad organizzare l'intervista di Penn è stato il generale Hugo Carvajal, ex direttore dell'intelligence militare chavista accusato da Washington da tempo di narcotraffico e che fa parte del cartello venezolano de Los Soles, che vede cocaina a quello di Sinaloa, guidato dal Chapo. Sia gli 007 Usa che messicani erano stati avvisati da membri della contro-intelligence venezuelana dell'incontro, avvenuto all’inizio di ottobre 2015, tra il figlio del Chapo e Penn, sull’isola di Margarita. La riunione è avvenuta nel resort de Los Ranchos de Chana ed è stato il primo contatto dell’attore con i familiari più stretti del Chapo, fondamentale per l'incontro avvenuto poco dopo con Guzmán sulle montagne di Sinaloa. Adesso – scrive ABC - i messicani vogliono interrogare Penn anche perché per la DEA statunitense lo stesso Chapo, da latitante, sarebbe stato in Venezuela a fine settembre 2015, vicino alla frontiera con la Colombia protetto da los Soles, la rete narcos parastatale venezolana. Di certo Joaquín Guzmán era già stato in Venezuela tra 2009 e 2010, nello specifico a los Teques, la capitale delllo stato di Miranda, riunendosi sempre con il generale Carvajal.

Un eroe per il presidente Nicolás Maduro - che per la cronaca ha già due nipoti in cella negli Usa per narcotraffico - un boss della droga per Washington che da quasi otto anni chiede, inutilmente, l’estradizione a Caracas.

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