Coronavirus, il "super diffusore" infettò decine di persone quando era ancora sano

Il britannico aveva contratto il virus a Singapore e, quando non aveva ancora sintomi della malattia, si era recato in Francia, dove avrebbe contagiato 5 persone. Tornato nel Regno Unito avrebbe nuovamente diffuso il virus. Ora risulta guarito

Coronavirus, il "super diffusore" infettò decine di persone quando era ancora sano

È stato chiamato "super-spreder", cioè "super diffusore", secondo la definizione medica, perché a causa dei suoi numerosi spostamenti avrebbe contagiato altre persone, quando ancora non erano comparsi i sintomi del coronavirus.

L'uomo, un britannico di mezza età, avrebbe contratto il virus a Singapore, dove si trovava per una conferenza internazione promossa dalla sua azienda. Poi, quando era ancora asintomatico, il 53enne aveva raggiunto la famiglia, che era a sciare sul versante francese del Monte Bianco. Lì, il "super diffusore" avrebbe infettato altri 5 concittadini, che alloggiavano nello stesso chalet. Poi, una volta tornato a Brighton (nel sud dell'Inghilterra) il portatore, che per il momento non presentava sintomi, si era recato in un pub, dove avrebbe nuovamente diffuso la malattia. Il sospetto è che abbia infettato 11 persone, di cui 4 nel Regno Unito, 5 in Francia e 1 a Maiorca. Poi, una volta accortosi di aver contratto il virus, il cittadino britannico sarebbe stato immediatamente ricoverato.

Ora, il "super-spreader" risulta essere "completamente guarito". In un comunicato, l'imprenditore Steve Walsh ha ringraziato "il sistema sanitario britannico (Nhs) per l'aiuto e le cure". Poi ha aggiunto: "I miei pensieri vanno agli altri che hanno contratto il coronavirus".

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, non sarebbe la prima volta che si assiste a una diffusione simile del virus. A gennaio, infatti, una donna di Shanghai, infetta ma ancora sana, si era recata in Germania per un impegno di lavoro. Lì, la donna avrebbe contagiato una decina di colleghi, che a loro volta avrebbero trasmesso il virus ai propri familiari.

Non è ancora chiaro il modo in cui il nuovo coronavirus viene trasmesso da una persona all'altra. Secondo gli esperti, a causare il contagio potrebbero essere le goccioline prodotte con un colpo di tosse o uno starnuto. L'incubazione dura 14 giorni, durante i quali non si percepiscono i sintomi della malattina, che all'inizio sembrano simili a un raffreddore o a un'influenza.

Anche durante l'epidemia della Sars, tra il 2002 e il 2003, vennero identificati alcuni "super diffusori", in grado di infettare decine di altre persone: "Famoso e molto studiato fu il caso di una donna canadese che si ammalò durante una vacanza ad Hong Kong e che, una volta ritornata a casa, favorì l'ondata dei primi casi in Canada", ricordano gli esperti.

Il numero di persone che possono essere infettate da un singolo sembrano essere, per il nuovo coronavirus di 2 o 3: "In pratica- spiega Nicasio Mancini, microbiologo medico all'ospedale San Raffaele di Milano- un paziente con il coronavirus può trasmettere l'infezione a 2 o 3 altri soggetti". Ma in un caso "si è visto però che dieci pazienti infetti sono stati a stretto contatto con solo una persona infetta. Cioè, un singolo individuo ne ha infettati dieci".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica