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Fini: "Sanzioni alla Russia dannose. Fa bene Conte a star con Putin"

Il giornalista elogia il governo giallo-verde e il presidente del Consiglio. Nel mirino mette invece gli Stati Uniti

Fini: "Sanzioni alla Russia dannose. Fa bene Conte a star con Putin"

Massimo Fini è uno dei giornalisti più graffianti del panorama italiano. Scrive e divide. O lo ami o lo odi. Non ci sono vie di mezzo. Dalle colonne del Fatto Quotidiano, Fini si lancia in una difesa della politica estera del nuovo governo, in particolare sostiene l'operato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "L'unico leader europeo ad avere il coraggio, nel suo discorso d' investitura al Senato, di avanzare qualche riserva sulle sanzioni che gli Stati Uniti, seguiti dall' Europa, hanno imposto alla Russia per aver occupato la Crimea".

Il giornalista ripercorre poi la cronaca di quei giorni: dal niet della Nato in poi. "Una delle obiezioni per tenere fermo il punto su queste sanzioni è che non si possono violare le leggi di diritto internazionale senza che siano seguite da un' adeguata punizione", scrive Fini, che poi si lancia in una invettiva contro gli Stati Uniti: "Ora, se c' è un Paese che negli ultimi vent' anni ha violato queste norme e agito col massimo disprezzo verso l' Onu, che rappresenta tutti gli Stati del mondo e ne dovrebbe essere il difensore, è proprio l' America".

E i casi, secondo il giornalista, sarebbero molti, tra cui l'aggressione alla Serbia per la questione del Kosovo. Un'azione che non può nemmeno esser paragonata all'occupazione di un territorio, la Crimea, "che se proprio russo non è, era però russofono da sempre".

L'Italia ha inoltre da sempre un rapporto di amicizia con la Russia. Un rapporto che ha anche importanti risvolti economici. Per questo Fini elogia inaspettatamente Matteo Salvini quando dice il nostro Paese non è affatto minacciato dalla Russia.

Ma è in un altro campo che, secondo Fini, gli Usa hanno mostrato la loro prepotenza: l'uscita dall'accordo nucleare iraniano. "Il governo degli Stati Uniti ha dato 180 giorni di tempo, a partire dall' 8 maggio, alle imprese europee che hanno affari in corso con l' Iran. Siamo ai classici 'otto giorni' che si danno alla domestica quando la si licenzia", ha scritto il giornalista. E così hanno fatto Total, Peugeot e Citroen. Poi la stoccata finale: "Gli Stati Uniti infine non accettano che i loro militari siano giudicati dai Tribunali internazionali per crimini di guerra. Insomma gli americani sono 'legibus soluti'. Aggrediscono, occupano, uccidono, ricattano economicamente, puniscono, fanno insomma tutto ciò che gli pare e piace.

Ci fa piacere che, per una volta tanto fra gli occidentali, sia stato un italiano, il nuovo premier Giuseppe Conte, ad avanzare una sia pur timida riserva su questa intollerabile prepotenza".

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