Il trucco della Merkel per gonfiare i bilanci

Altro che austerità e rigore. La Germania da qualche anno gonfia i propri bilanci con una mossa legittima ma molto furba. E rischia di finire presto

Il trucco della Merkel per gonfiare i bilanci

E se l'austera e impeccabile Germania avesse truccato i conti per far apparire i suoi bilanci perfetti? La domanda sorge spontanea dopo il caso sollevato venerdì scorso in seguito alla pubblicazione del rapporto semestrale sul bilancio dello Stato tedesco. A prima vista sembrerebbe un bilancio a dir poco perfetto. Lo Stato incassa 169,3 miliardi di euro e ne spende 159. Bilancio sano dunque ed entrate in aumento dell'8% rispetto all'anno precedente. E anche le entrate fiscali fanno registrare un +7.2%.

Tutto perfetto? Sì, ma forse anche troppo. Perché come spiegato da La Verità, c'è un dato che lascia perplessi e cioè la spesa per interessi, "vale a dire quei soldi che il governo deve sborsare per remunerare i titoli di Stato emessi nelle aste e sottoscritti dagli investitori privati e da quelli istituzionali". Nell'ultimo semestre, il valore ha toccato il punto più basso dal 1990, con 7,02 miliardi di euro.

Fin quei nulla di strano: sulla carta, la Germania ha semplicemente usato bene lo strumento consegnato ai membri europei da Mario Draghi e noto come "bazooka". Strumento osteggiato da Berlino in ogni momento, eppure, a quanto pare, tanto apprezzato. Il problema è che "periodo di tassi bassi, per quanto prolungato, non basterebbe da solo a giustificare un dato così roseo".

Così, spunta l'analisi pubblicata dal Die Welt che cita uno studio della società Barkow consulting. La scoperta degli analisti è che questi dati così perfetti nascondono in realtà una precisa strategia del governo. C'è dietro un'operazione artificiosa, non sono dati puramente reali.

La Verità spiega così il meccanismo. "Nel gergo si chiama «tap issue», o emissione a rubinetto, una pratica di uso comune in molti altri Stati che consente di collocare obbligazioni già emesse in passato agli stessi termini e al valore dell' emissione originaria, ma al prezzo di mercato corrente. Quando l' obbligazione giunge a scadenza, lo Stato rimborsa soltanto il titolo al valore nominale". A quel punto, lo Stato garantisce un interesse maggiore agli investitori, ma le entrate vengono contabilizzate subito e non spalmati negli anni fino alla scadenza del titolo.

In sostanzia, vendendo questi titoli, Berlino ha guadagnato degli extra messi già in bilancio, abbassando la spesa per interessi.

Già solo nei primi sei mesi del 2018, il governo federale, con questo gioco, ha incassato due miliardi di euro. Meccanismo legale ma rischioso e che, secondo molti analisti, potrebbe finire molto presto. E a farne le spese, come già successo in passato, sarebbero i cittadini tedeschi.

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