L'Egitto fa da paciere: "Tregua da oggi"

Hamas conferma mediazione: "Ma per ora nessun accordo"

L'Egitto fa da paciere: "Tregua da oggi"

La diplomazia internazionale insiste sulla «priorità assoluta di un cessate il fuoco» tra israeliani e palestinesi, ma trovare un compromesso tra due parti così lontane pare un'impresa impossibile. Però ieri in serata sono arrivati segnali importanti. L'Egitto infatti ha proposto a israeliani e palestinesi un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza a partire da oggi (ore 9 locali). L'iniziativa del Cairo prevede la «cessazione totale delle ostilità aeree, marittime o terrestri» (e anche nelle gallerie dove sono ammassati i missili di Hamas) e l'apertura dei negoziati sull'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia. L'Egitto propone inoltre di ricevere, entro 48 ore dall'entrata in vigore della tregua, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per colloqui indiretti fra le parti. I primi a rispondere sono stati i palestinesi: Ismail Haniyeh, leader di Hamas a Gaza, ha confermato di aver ricevuto l'offerta «dagli amici egiziani» e che ci sono degli «sforzi per giungere a una tregua», «ma ancora non c'è nulla di definitivo». Dall'altra parte i media hanno riferito in serata che il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà stamattina presto per discutere i termini della proposta di tregua avanzata dall'Egitto.
Che una cessazione delle ostilità sia realizzabile in tempi brevi appare però difficile. Lo dimostra il fatto che ieri, nel settimo giorno della sua offensiva militare contro Hamas (che ha fin qui provocato circa 170 morti e 1100 feriti palestinesi), Israele ha abbattuto per la prima volta un aereo decollato da Gaza e diretto verso il porto israeliano di Ashdod. L'azione è stata rivendicata dal braccio armato di Hamas, che sostiene di aver inviato verso Israele non uno ma tre droni. A questo attivismo militare degli integralisti islamici palestinesi, Israele continua a rispondere martellando le postazioni di lancio dei razzi verso il suo territorio (ieri ne sono arrivati «solo» una ventina di cui uno intercettato sopra Tel Aviv) e il governo assicura che i bombardamenti continueranno finché Hamas «si sarà pentita di averci provocato».


Più i giorni passano e più si comprende che alla dirigenza di Hamas poco importa degli abitanti di Gaza, la cui morte sotto gli attacchi israeliani viene usata cinicamente per riqualificare agli occhi del mondo arabo l'arrugginita immagine del movimento islamico come vero difensore dei diritti dei palestinesi.

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