In mare la più grande spedizione radioattiva degli ultimi 25 anni

330 kg di plutonio hanno lasciato il Giappone poche ore fa. Considerando l’arsenale nucleare a bordo, è considerata a rischio attacco terroristico.

In mare la più grande spedizione radioattiva degli ultimi 25 anni

La nave cargo inglese Pacific Egret, ha lasciato poche ore fa il Giappone dopo aver ricevuto dagli impianti di stoccaggio di Tokaimura, 730 libbre (circa 331 kg) di plutonio, sufficienti per realizzare tra le 50 e le 60 bombe nucleari. Il plutonio raggiungerà il Centro di ricerca di Savannah River Energy nella Carolina del Sud.

È la più grande spedizione radioattiva degli ultimi 25 anni. Tutte le informazioni sulle spedizioni di plutonio, che avvengono da oltre quarant’anni, sono classificate a causa del suo fine ultimo (la realizzazione delle testate nucleari e bombe sporche). Identica ad altri battelli che ogni giorno solcano gli oceani di tutto il mondo, la Pacific Egret è in realtà un cargo corazzato ed armato con svariati cannoni da 20 mm. A bordo si trovano operatori dei reparti speciali americani. La nave cargo si ricongiungerà al largo con alcune unità da guerra statunitensi, compreso un sottomarino, che la scorteranno fino a destinazione. Considerando l’arsenale nucleare a bordo, è considerata a rischio attacco terroristico. Il viaggio di ritorno per la costa orientale americana, normalmente avverrebbe attraverso il canale di Panama. Le minacce attuali, però, impongono delle contromisure particolari, compreso un cambio di rotta verso Capo Horn .

Navi come la Pacific Egret, in gergo chiamate “ghost-ship”, appartengono alla Nuclear Decommissioning Authority del Regno Unito. Il trasporto di materiale nucleare è una pratica collaudata in vigore da 40 anni. Il Regno Unito è leader mondiale in questo settore.

Questo non è di certo un trionfo per la sicurezza nazionale – dicono da Greenpeace – è solo un’illusione, considerando che il Giappone ospita oltre nove tonnellate di armi nucleare stoccate.

In realtà anche questa stima potrebbe essere del tutto inferiore alle reali quantità di materiale radioattivo presente in Giappone. Fonti Usa, infatti, parlano di almeno 50 tonnellate di plutonio, la maggior parte proveniente dal ritrattamento del combustibile nucleare bruciato nei reattori del paese.

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