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Il massacro di Parigi e le teorie del complotto

Dall'uccisione del poliziotto alle "manine" esterne, anche stavolta per i complottisti c'è un'altra verità

Il massacro di Parigi e le teorie del complotto

Nei tre giorni di incubo a Parigi e in tutta la Francia per gli attentati al settimanale satirico Charlie Hebdo e tra le strade della città, potevano forse mancare le teorie del complotto? In queste ore ricostruire cos'è successo è stata impresa ardua, tra notizie non confermate, immagini orribili di sparatorie e uccisioni e "stranezze" come l'arrivo dei fratelli Kouachi a un indirizzo errato, la perdita delle scarpe e di una carta d'identità.

Eppure c'è chi tra quei video e quelle foto che raccontavano un orrore senza eguali è riuscito a vedere altro. "Che gran puzza di bruciato!" si leggeva ieri pomeriggio sul blog di Beppe Grillo. "Come in tutti i grandi casi (Kennedy, piazza Fontana, Palme, 11 settembre, morte di Osama bin Laden ecc.), anche in questo di Parigi, i conti non tornano e ci sono un sacco di cose da spiegare", ha scritto in un post Aldo Giannuli, parlando dell'intervento nella "strage jihadista" di "altre manine di ben altra qualità" e ipotizzando che "gli attentatori siano stati lasciati fare" o che "gli organi inquirenti abbiano altri scheletri nell’armadio". In particolare a insospettire Giannuli ci sono (oltre alla questione della carta d'identità, delle scarpe e dell'autista del commando) un obiettivo sensibile debolmente protetto, ma sopattutto gli "errori da recluta" commessi dagli attentatori "come intrecciarsi sulle rispettive traiettorie di tiro durante la ritirata e sbagliano pure indirizzo al primo colpo". 

Sui social il M5S si fa notare proprio per i post scettici o per il rilanciare delle teorie del complotto. Come Carlo Sibilia che su Twitter scrive: "Incredibile che a #CharlieHebdo sia rimasto ucciso l’economista Maris che denunciava irregolarità su emissione moneta". 

E con il passare delle ore in rete i video vengono analizzati, le foto passate al setaccio alla ricerca di quei "conti che non tornano" che in genere sono più nella testa di chi li vuol vedere a tutti i costi che nelle immagini. Come accade alle immagini dell'esecuzione del poliziotto davanti alla sede di Charlie Hebdo. 

"Non c'è sangue, non c'è contraccolpo, il corpo non si muove". Questo basta a dire che questa scena è falsa. Non solo: qualcuno arriva ad analizzare la traiettoria del proiettile e a sostenere che non corrisponde al fumo sull'asfalto. 

 

Infine quelle "strane" coincidenze (chissà come mai, quelle si trovano sempre): come a Boston, anche in questo caso gli attentatori sono fratelli (e quindi?), anche in questo caso sono troppo alti e massici per essere arabi (ma chi lo ha detto?), Hollande è arrivato sulla scena troppo presto (forse perché anche lui era a Parigi?). 

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