Migranti, Obama e la Merkel schierano la Nato in Europa

Obama, Merkel e Erdogan in campo per militarizzare il Mediterraneo e l'Europa. Le navi militari soccorreranno gli immigrati nel tratto di mare tra la Turchia e la Grecia. Ma i generali della Nato frenano: "Non fa parte delle competenze Nato"

Migranti, Obama e la Merkel schierano la Nato in Europa

Per arginare il flusso degli immigrati, si fa strada l'opzione Nato. In un solo giorno, ieri, ne hanno parlato a Washington il presidente americano Barack Obama con il presidente della repubblica Sergio Mattarella, e ad Ankara il premier turco Ahmet Davutoglu con la cancelliera tedesca Angela Merkel. La proposta ha, tuttavia, provocato sorpresa al quartier generale di Bruxelles. "Non fa parte delle competenze Nato quella di gestire i flussi migratori - mette in chiaro il segretario generale Jens Stoltenberg - né di provvedere alla ricerca e salvataggio in mare dei profughi".

"Abbiamo parlato a lungo del problema dei profughi e dei migranti, che ha un impatto terribile sull'Europa e sull'Italia in particolare", ha detto Obama al termine dell'incontro con Mattarella. "Questo non è un problema solo dell'Europa ma un problema globale, che mette sotto pressione gli Stati Uniti e il rapporto transatlantico", ha detto ancora il presidente americano, aggiungendo che serve "una collaborazione Europa-Nato per smantellare le reti di traffico di esseri umani". Una collaborazione auspicata anche dalla Turchia e dalla Germania che si sono proposte di lavorare insieme proprio per cercare di coinvolgere la Nato nel frenare il flusso di rifugiati e per risolvere la crisi dei profughi di Aleppo. Con la Merkel ne ha parlato anche lo stesso Obama che, secondo quanto si apprende a Washington, intende affrontare al più presto l'argomento anche con il presidente francese Francois Hollande e con il presidente del consiglio Matteo Renzi.

L'idea è ancora in via di evoluzione, ma secondo la visione espressa da Davutoglu nella conferenza stampa con la Merkel, il coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica dovrebbe consistere in particolare nell'utilizzo delle capacità di controllo e osservazione della Nato al confine tra Turchia e Siria e nel mar Egeo. "Il lavoro che Obama intende proporre alla Nato - fanno sapere fonti italiane - prevede d'altro canto un sostegno per debellare il fenomeno non solo attraverso pattugliamenti di sicurezza, ma anche con pattugliamenti umanitari". Il momento opportuno per mettere il discorso sul tavolo potrebbe essere la prossima riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza in programma per il 10 e 11 febbraio a Bruxelles. "Bisognerà parlarne, non è un tema da poco", ha frenato il ministro dell'Interno Angelino Alfano facendo che, "nel momento in cui si fa ricorso all'Alleanza Atlantica, si riconosce l'esistenza di un pericolo legato alla sicurezza esterna, un pericolo che riguarda il terrorismo". In realtà, le navi militari dovrebbero controllare il tratto di mare tra la Turchia e la Grecia per soccorrere gli immigrati in difficoltà, ma anche per arrestare il flusso migratorio diretto verso la Grecia e da lì verso il Nord Europa.

Al quartier generale della Nato a Bruxelles fanno notare che esiste già una operazione antiterrorismo alleata nel Mediterraneo, la cosiddetta Active Endeavour, decisa dopo l'11 settembre, le cui finalità sono soprattutto di sorveglianza e formazione ma che potrebbe in prospettiva trasformarsi in una operazione marittima a tutto tondo, che comprenderebbe anche la protezione di infrastrutture e la difesa delle attività marittime.

"L'area dell'operazione non è circoscritta al Mediterraneo orientale", ha sottolineato la fonte secondo cui un'attività di questo tipo si dovrebbe coordinare anche con quella dell'operazione navale Ue "Sophia", mirata a contrastare i trafficanti di esseri umani.

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