Un accordo solo sui princìpi. È l'unico risultato ottenuto ieri dal vertice Ue con la Turchia, con Ankara che ha alzato la posta e l'Europa che ha preso tempo, rimandando tutto al Consiglio europeo del 17 e 18 marzo.
Tanto fumo e niente arrosto, insomma, contro cui si è scagliato oggi anche l'Onu. "Un’intesa sulle espulsioni collettive di stranieri verso un Paese terzo non è in accordo con il diritto europeo e internazionale", ha detto il direttore dell'Unhcr per l’Europa Vincent Cochetel, "Dovremo vedere quali saranno le garanzie. Non posso credere che l’Unione europea raggiunga un accordo di riammissione verso un Paese terzo con meno garanzie di quelle previste per la riammissione in un Paese dell’Ue". Per l’Unhcr, i dettagli sull’intesa dovrebbero essere chiariti prima della prossima riunione del Consiglio Ue del 17 marzo. Sulla questione del reinsediamento, inoltre, gli impegni europei "rimangono molto bassi se paragonati alle attuali esigenze, con 20.000 posti in 2 anni su base volontaria".
Sull'intesa c'è però il placet di Angela Merkel: "Ci stiamo muovendo nella giusta direzione, negli sforzi europei per
affrontare la crisi dei migranti dopo il progetto di accordo con la Turchia", ha detto la Cancelliera tedesca, "Le potrebbero proseguire più velocemente ma nel complesso ci stiamo muovendo nella giusta direzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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