A sentire questa storia torna in mente l'immortale vicenda di Antigone, protagonista dell'omonima tragedia greca lacerata tra nomos ed ethos, tra rispetto della legge e l'intima adesione ai valori morali universali.
Nel comune francese di Champlan, nel dipartimento dell'Essonne, nel nord del Paese, il sindaco Christian Leclerc ha rifiutato la sepoltura nel locale cimitero a Maria Francesca, bimba rom di appena due mesi.
Alla piccola, morta nella notte tra il 25 e il 26 dicembre forse per una crisi respiratoria, è stato negato un posto nel camposanto del paese dove i suoi genitori avevano chiesto che venisse accolta. Il primo cittadino di Champlan, per giustificare la propria decisione - che ha, sin da subito, sollevato accese polemiche - ha ricordato che la bimba era morta non sul territorio comunale, bensì all'ospedale del vicino comune di Corbeil-Essonne.
"Nel nostro cimitero ci sono pochi posti, allargarlo costa migliaia di euro e la priorità va data a chi paga le tasse", ha spiegato Leclerc. La legge francese in materia prevede che i defunti possano essere sepolti o nel comune in cui si ha abitato, o in quello in cui si è deceduto, oppure nel paese che ospiti la tomba di famiglia. A nulla è valso nemmeno richiamare la circostanza che la piccola Maria Francesca avesse sempre vissuto nel campo rom di Champlan.
Ora la salma della bimba è stata accolta al cimitero di Wissous, un altro comune della regione. Il sindaco del vicino paese, Richard Trinquier del partito conservatore Ump, ha assicurato alla bimba una degna sepoltura; il sindaco di un terzo paese, Massy, le ha organizzato un funerale nella chiesa di Saint-Paul.
Il comportamento di Leclerc continua a suscitare polemiche in tutta la Francia: "Quello che è successo è indegno di un rappresentnante della Repubblica - ha commentato Trinquier, il sindaco di Wissous, a France Inter Radio - Non si può rifiutare una sepoltura. Qualunque opinione si possa avere dei rom, essa passa in secondo piano di fronte al rispetto che bisogna avere per gli esseri umani"
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