Mosca mette sigilli all'ufficio di Amnesty International in Russia

Niente luce e serrature cambiate. L'accusa: "Stretta sulle libertà fondamentali"

Mosca mette sigilli all'ufficio di Amnesty International in Russia

Serrature cambiate, elettricità staccata e i sigilli sulla porta principale. Queste sono le condizioni in cui i dipendenti di Amnesty International in Russia hanno trovato questa mattina il loro ufficio a Mosca, senza che fosse loro dato nessun avvertimento.

"Speriamo ci sia una semplice spiegazione amministrativa", ha scritto in una nota il gruppo che si occupa di diritti umani, commentando quanto accaduto, ma già in passato Amnesty era stata accusata dalle autorità in Russia.

Da vent'anni, ha raccontato alla rete indipendente Dozhd un dipendente, Alexander Artemyev, Amnesty affitta i locali dove si trova il suo ufficio dal comune di Mosca. Sui sigilli un numero di telefono da contattare, che non darebbe però cenni di vita.

L'organizzazione sostiene che non esistono motivi per cui all'ufficio siano stati messi i sigilli, neppure un banale problema di soldi. "Siamo certi al 100% di avere adempiuto a tutti i nostri obblighi come inquilini", ha detto Artemyev.

Se il Cremlino dichiara di non sapere nulla di quanto accaduto, tuttavia il direttore dell'ufficio moscovita di Amnesty commenta: "È un altro segno di come le autorità russe stiano rapidamente dando una stretta alle libertà fondamentali e al lavoro dei gruppi della società civile nel Paese".

Leggi restrittive costringono oggi i gruppi che ricevono fondi dall'estero o si occupano di politica a registrarsi come "agenti stranieri" e a più riprese è stato denunciato come questo gli impedisca di lavorare come dovrebbero.

Secondo Human Rights Watch i criteri stabiliti dalla legge sono tanto vaghi che in sostanza finiscono per includere "ogni aspetto del lavoro sui diritti umani". Nell'elenco degli "agenti stranieri" sono inclusi al momento oltre cento gruppi.

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