La nipote di Lula si dà alla politica ed esordisce con un dito medio

Buon sangue non mente. Maria Beatriz scende in campo con un gestaccio a una reporter

La nipote di Lula si dà alla politica ed esordisce con un dito medio

Buon sangue non mente ed allora non stupisce se Maria Beatriz da Silva Sato Rosa, nome d’arte Bia Lula, punti tutto su un dito, proprio come l’illustre nonno Luiz Inácio da Silva, quel Lula che dall’inizio della sua carriera politico-sindacale ha sempre sfoggiato la mancanza del mignolo come simbolo del suo essere metallurgico. Se il dito perso sul lavoro ha fatto guadagnare all’ex presidente dei poveri il soprannome di “Nove dedos” (Nove dita), affibbiatogli da chi non lo ama, Bia Lula ha invece scelto di puntare tutto sul “dito medio” indirizzato, nel più classico dei gesti volgari, ad una reporter della Globo che, a suo dire, le stava “dando fastidio” e, addirittura, “perseguitando”.

Bia, che qualche anno fa aveva iniziato la carriera di attrice – facendosi finanziare la pièce in cui era protagonista dalla compagnia telefonica Oi, notoriamente prodiga verso la sua famiglia – ora studia psicologia e punta tutto sulla politica. Obiettivo candidarsi per il PT, il partito fondato da nonno Lula nel lontano 1980, in quel di Rio per le elezioni 2018.

Appena pubblicato il “dito medio”/fuck-off sulla sua pagina Facebook, il PT ha subito rilanciato il gestaccio sulla sua pagina ufficiale, gridando ai quattro venti al “terrorismo mediatico della destra”.

In realtà, dopo 16 giorni di scambi di e-mail cortesi con la giornalista insultata – e con un’intervista per due volte promessa ed altrettante annullata - quest’ultima si era limitata ad anticipare alla nipote di Lula che avrebbe scritto un suo profilo per il giornale anche senza suoi virgolettati. Da cui, apriti cielo, “il dito medio” che sta facendo il giro del mondo condito da dichiarazioni di altissimo livello della “nipote di” come, ad esempio, che gli arrestati del PT nell’ambito della mani Pulite verde-oro sono “prigionieri politici perseguitati”. Dalla destra giustizialista, ça va sans dire.

I maligni, visto come sta andando l’economia del Brasile, hanno interpretato il “dito medio” come rivolto al popolo verde-oro mentre c’è chi lo ha letto come una difesa preventiva del nonno, i cui problemi con la giustizia sono ormai noti a tutti e che, in realtà, teme lui stesso l’arresto.

Non a caso la polizia federale lo interrogherà dopodomani per chiarire come mai 2,5 milioni di reais (l’equivalente di 700mila euro) siano finiti sul conto di uno dei suoi figli, pagati da un lobbista finito in carcere in cambio – questo pensano gli inquirenti – di tre leggi a vantaggio del settore automobilistico approvate dallo stesso Lula (nel 2009 e 2010) e dalla sua delfina,

l’attuale presidente Dilma Rousseff (2012). Difficile però che il 17 dicembre il due volte ex presidente possa mostrare agli inquirenti il dito medio, come la nuova stella del PT, la sua dolce ed educata nipotina, Bia Lula.

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