Come già aveva annunciato Obama presenta il conto ai super ricchi e alle grandi società che producono profitti all'estero. La manovra di bilancio inviata al Congresso ammonta a 4.000 miliardi di dollari, con un deficit da 474 miliardi di dollari (pari al 2,5% del Pil) e prevede un aumento delle tasse sulle multinazionali e per le fasce di reddito più elevate. "La mia proposta sul bilancio - ribadisce il presidente - è costruita per aiutare le famiglie della middle class e rilanciare gli investimenti in infrastrutture".
Sarebbe un "errore fondamentale" se il Congresso a maggioranza repubblicana non approvasse la legge finanziaria, ha detto Obama nella conferenza stampa con cui ha spiegato che la manovra "è totalmente finanziata attraverso la combinazione di tagli alla spesa intelligenti e della riforma tributaria". Obama è convinto che essa "aiuti le famiglie della classe media" per cui dice di volere "continuare a lottare". L’intento è ottenere anche i fondi necessari per rilanciare gli investimenti in infrastrutture. Ricordando con orgoglio che sotto la sua presidenza le aziende americane stanno creando occupazione "al passo più veloce dagli anni ’90", la Casa Bianca stima che il tasso di disoccupazione scenda al 4,8% entro fine 2017 (attualmente è al 5,6%). L’amministrazione Obama si aspetta che l’economia Usa si espanda del 3% nel 2015 e nel 2016. La manovra inoltre intende ridurre per 1.800 miliardi di dollari il deficit nel corso del prossimo decennio grazie a un mix di miglioramenti economici, aumenti fiscali e riduzione della spesa.
Lo slogan su cui Obama insiste è questo: "Dobbiamo tornare ad investire, ce lo possiamo permettere". La linea si può sintetizzare in due punti: basta austerity, tornare a spendere. Quando la macchina si sarà rimessa in moto e la ripresa sarà consolidata, allora ci saranno soldi per affrontare (di petto) la questione del debito. Un messaggio chiaro e diretto che guarda anche all’Europa, e in particolare alla Grecia, con le elezioni vinte da Tsipras: "Non puoi continuare a spremere i paesi che sono nel mezzo della depressione. Ad un certo punto, ci deve essere una strategia per la crescita, affinché possano pagare i loro debiti ed eliminare una parte dei loro deficit". E per Obama questo discorso deve valere per la piccola Grecia ma anche per gli Stati Uniti.
Stanziati 8,8 miliardi per la lotta all'Isis, per armare l’esercito iracheno e aiutare l’opposizione siriana moderata anti-Assad. 5,3 saranno assegnati direttamente al Pentagono (e includeranno le spese per i raid aerei contro Isis in corso da agosto in Iraq e da settembre in Siria) mentre 3,5 miliardi finiranno nel bilancio del dipartimento di Stato. Entrambe le amministrazioni, Difesa ed Esteri, si occuperanno di finanziare sia l’opposione moderata siriana che le truppe regolari di Bagdad. In totale Obama ha stanziato 58 miliardi di dollari per le cosiddette "Overseas Contingency Operations", la denominazione usata dall’amministrazione Obama al posto di "Guerra al terrore", impiegata da quella Bush.
Rivolgendosi ai repubblicani Obama ha detto: senza fondi la sicurezza è a rischio. Su questo tasto sa che la maggioranza al Congresso non potrà dirgli di no. Se i repubblicani non sosterranno i fondi di cui ha bisogno il ministero della Sicurezza Interna (Homeland security), quando questi si esauriranno saranno responsabili della "fine di ogni nuova iniziativa contro qualsiasi minaccia (alla sicurezza dell’America". La destra aveva minacciato di tagliare i fondi alla Homeland security per rappresaglia al decreto con cui il presidente ha legalizzato la presenza negli Usa di oltre 5 milioni di clandestini.
Nel bilancio 14,4 miliardi sono stanziati per la cyber sicurezza per proteggere le reti federali ed anche i privati dagli attacchi degli hacker, spesso al soldo di potenziali nemici stranieri.
A questi si aggiungono i 5,5 miliardi chiesti dal Pentagono sempre per finanziare la cyber sicurezza, ma in questo caso solo per il settore della Difesa, dopo che il programma di armamenti ha dimostrato "significative vulnerabilità" agli attacchi degli hacker.
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