"La polizia arrestò Regeni il giorno della scomparsa"

Una fonte del ministero degli Interni del Cairo ha però negato

"La polizia arrestò Regeni il giorno della scomparsa"

Giulio Regeni sarebbe stato detenuto dalla polizia e trasferito presso una struttura della Sicurezza nazionale lo stesso giorno in cui è scomparso il 25 gennaio, nell'anniversario della rivoluzione di Piazza Tahrir. Lo riferiscono fonti anonime dell'intelligence egiziana, secondo quanto riportato dall'emittente televisiva locale "Ghad al Arabi". Le fonti hanno riferito che il ricercatore italiano sarebbe stato fermato insieme ad un cittadino egiziano da agenti della polizia in borghese nei pressi della stazione della metropolitana Gamal Abdel Nasser. Non è chiaro se la persona fermata con l'italiano fosse un suo conoscente, così come non è stato reso noto il motivo per cui i due sarebbero stati fermati: quel giorno la sicurezza nella capitale era stata rafforzata nel timore di proteste contro il governo. Secondo le fonti, inoltre, i due sarebbero stati portati presso la stazione di polizia di Izbakiya, nei pressi del centro del Cairo, a bordo di un minibus bianco con targa delle forze di sicurezza. Dopo circa 30 minuti, Regeni sarebbe stato trasferito a Lazoughili, un complesso della Sicurezza nazionale egiziana.

Una fonte del ministero degli Interni del Cairo ha però negato che il ricercatore italiano sia stato arrestato dalla polizia egiziana lo stesso giorno della sua scomparsa.

"La polizia non ha fermato Regeni - ha detto la fonte al sito di notizie 'Youm 7' - non l'ha trattenuto in alcuna sua sede, quelle che circolano al riguardo sono mere illazioni volte a minare il lavoro della sicurezza egiziana e a indebolire le istituzioni dello Stato. Non c'era alcun motivo per torturare un giovane straniero che studiava in Egitto, il ruolo della polizia è proteggere, non torturare".

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