"La polizia indiana difende i criminali, non i turisti"

Lo sfogo di Fiona MacKeown, madre di Scarlett Keeling stuprata e uccisa a Goa nel 2008 dopo l'assoluzione dei presunti assassini: "Dall'inizio ho capito che non mi avrebbero aiutato"

"La polizia indiana difende i criminali, non i turisti"

La polizia indiana rischia di finire in una nuova polemica internazionale. Dopo otto anni di lungaggini e ritardi, è giunto a compimento il processo a carico di due uomini, Samson D’Souza e Placido Carvalho, accusati di aver stuprato e ucciso sulla spiaggia di Goa la quindicenne inglese Scarlett Keeling. I giudici hanno completamente sollevato da ogni addebito i due imputati scatenando l’ira della stampa inglese.

L’uccisione della giovane britannica fu uno choc per l’opinione pubblica anglosassone e risale al 2008. Un’aggressione brutale, quella che stroncò la vita della 15enne sul cui corpo i periti contarono oltre cinquanta ferite. Venne praticamente lasciata a morire in pochi centimetri d’acqua, ferita e priva di conoscenza dopo che, come da accuse raccolte dalla polizia, i due imputati l’avrebbero irretita aggiungendo droghe al suo drink. Il processo, già partito tardi, è iniziato due anni dopo, nel 2010 e s’è trascinato fino alla mattinata di oggi quando i giudici hanno emesso il verdetto di non colpevolezza tra mille dubbi e incertezze.

La prima – come racconta il Daily Mail - è legata all’assenza di un testimone chiave del processo, Michael Mannion detto “Masala Mike”. Teste chiave dell'accusa, avrebbe identificato uno dei due imputati, Samson D’Souza, adagiato sopra la ragazzina poco prima che questa venisse trovata morta. Ma, a causa di un esaurimento nervoso che ne ha impedito il viaggio a Goa in estate per l'udienza, la sua testimonianza è stata “scartata” dal novero di quelle ammissibili, facendo naufragare il processo.

La madre della ragazzina, Fiona MacKeown, ha avuto parole durissime nel commentare la sentenza. A Sky News ha detto: “Vivo il peggiore incubo che un genitore potrebbe vivere. Ho avuto da subito l’impressione che la polizia non aveva la minima intenzione di fare giustizia, di incastrare gli assassini.

Era chiaro che questi fossero o incompetenti o corrotti. E non credo che siano incompetenti”. Poi ha aggiunto: “Posso solo dire che a Goa non c’è speranza di avere giustizia, per i turisti che vengono dall’estero. Questo sistema difende i criminali, non i turisti”.

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