"Porta il velo". Così la casa di riposo rifiuta un'anziana suora

Il caso in Francia a causa della rigida legislazione sulla laicità dello Stato. La religiosa portava il copricapo obbligatorio del suo ordine

"Porta il velo". Così la casa di riposo rifiuta un'anziana suora

Rifiutata dalla casa di riposo perché porta l'abita religioso. Succede nella laicissima Francia, dove la rigida legislazione sulla laicità dello Stato e delle strutture pubbliche continua a tenere banco. Teatro della vicenda il piccolo come di Vesoul, nell'Est del Paese, che aveva dato i natali proprio alla suora, che dopo una vita trascorsa in convento – circa settant’anni – aveva fatto ritorno a casa per trascorrere gli ultimi anni di vita, chiedendo un posto proprio in quell’ospizio pubblico.

La religiosa ultraottantenne doveva andare "Foyer logement" di Vesoul, gestita dal centro comunale di azione sociale della città, che però, sostanzialmente, l'ha messa alla porta. La commissione che gestisce la struttura ha stabilito che ha tutti i requisiti tranne uno: il velo e l'abito: "Per rispetto della laicità, qualsiasi segno ostentatorio di appartenenza a una comunità religiosa non può essere accettato, così da assicurare la serenità di tutti". Dunque, la suora può ottenere subito un alloggio nella struttura solo se rinuncia all'abito religioso, che va appunto contro la laicità dello Stato francese.

Il caso ha sollevato un polverone di polemiche. Il parroco di Vesoul, come riportato da TgCom24, è sugli scudi: l'uomo di Chiesa parla di cristianofobia, oltre che di vera e propria discriminazione religiosa nei confronti dell'anziana donna, che per tutta la sua vita ha vestito l'abito del suo ordine. "Il velo di una suora non è il segno di una sottomissione, ma di una consacrazione", le parole del sacerdote transalpino.

Nel frattempo, la parrocchia locale le ha trovato una sistemazione temporanea presso i locali del presbiterato, in attesa di un cambio di politica – ammesso che arrivi mai – della casa di riposo pubblica. Che, per bocca del suo presidente Claude Ferry difende dietro lo scudo del regolarmente interno, valido per tutti i potenziali ospiti, sempre e in ogni caso. Peraltro, come scrive FanPage, contattato dalla radio France Bleu Besançon, il presidente della commissione di Vesoul parla di "caso chiuso" perché la suora "non ha voluto accettare il regolamento interno che è uguale per tutti".

Avvenire, infine, dà notizia del recente dietrofront della

struttura: il quotidiano di ispirazione cattolica racconta di un comunicato ufficiale diramato dal sindaco di Vesoul con il quale il Comune avrebbe fatto marcia indietro: "Tutti hanno posto nelle nostre strutture".

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