Quanti tifosi dei tagliagole vivono in mezzo a noi

Scattano foto di cartelli con minacce in arabo davanti al Colosseo

Quanti tifosi dei tagliagole vivono in mezzo a noi

Le «cartoline» dei simpatizzanti del Califfato in Occidente, compresa una scattata davanti al Colosseo, propagandate in rete. La pagina Facebook dei Musulmani d'Italia, che stigmatizza le «bugie» sullo Stato islamico oltre a giustificare la tassa di protezione imposta ai cristiani. E tre giorni fa nel quartiere turistico di Londra sono stati distribuiti volantini che inneggiano alla nascita del Califfato. Campanelli d'allarme di come la clamorosa avanzata dello «Stato islamico della Siria e dell'Iraq» (Isis) non susciti solo condanne, ma faccia breccia e proseliti in Occidente.

Lo scorso giugno lo Stato islamico ha lanciato via social media la campagna «1 miliardo di musulmani» invitando ad appoggiare la causa in tutto il mondo. Dalla città eterna, un anonimo simpatizzante, ha rilanciato via twitter la foto di un cartello con su scritto «Lo Stato islamico rimarrà…», si suppone per sempre, scattata davanti al Colosseo. Per dimostrare il loro appoggio in Occidente i fan del Califfo si sono scatenati. A Londra hanno fotografato la bandiera nera delle milizie che cacciano i cristiani dall'Iraq con sullo sfondo il Big Ben. Martedì sono stati distribuiti nella capitale inglese dei volantini ad Oxford street frequentata dai turisti, che annunciano la nascita del Califfato come «l'alba di una nuova era».

Da Parigi i simpatizzanti hanno postato in rete le foto con i cartelli di supporto allo Stato islamico davanti al Louvre e alla Torre Eiffel. Altre «cartoline» pro Califfo sono arrivate da Belgio, Olanda e Austria. In Germania i messaggi di appoggio rilanciati in rete sono più elaborati, con un guerriero musulmano armato di scimitarra insanguinata. E sull'account twitter informale dello Stato islamico hanno addirittura fatto girare un fotomontaggio del famoso scatto con la bandiera sovietica sulle macerie di Berlino nel 1945, sostituita da quella del Califfato. Una variante è la foto con la scritta che inneggia allo Stato islamico ed i passaporti europei dei simpatizzanti che l'hanno pubblicata on line. Gli amici del Califfo sono annidati pure in Spagna, che chiamano Al Andalus considerandola una provincia araba. Le cartoline della guerra santa sono arrivate dal Canada e dagli Stati Uniti con il panorama di Manhattan o davanti a un palazzo di Chicago e la promessa che «i soldati dello Stato islamico passeranno presto da queste parti».

A casa nostra la pagina Facebook «Musulmani d'Italia - organizzazione comunitaria» ha raccolto 4058 «mi piace». Nelle ultime settimane l'obiettivo principale dell'anonimo che l'ha fondata è smontare le «bugie dei media» sullo Stato islamico. «La bufala dei 500 yazidi massacrati comincia a crollare grazie alle prime testimonianze dirette» si legge in un post di martedì. Lavoro lodevole, che denuncia le notizie inventate, come un filmato su donne cristiane stuprate in Iraq.

Non mettiamo in dubbio le esagerazioni, ma sembra quasi che i seguaci del Califfo siano degli angioletti. Non solo: accanto ad una sfilza di notizie false viene pubblicata la lista di quelle vere come l'esecuzione e decapitazione dei prigionieri o la crocifissione dei traditori. Non si trova cenno ad una ferma condanna di questi crimini a parte i commenti irati degli utenti di Facebook .

Oltre che a sminuire i crimini chi si nasconde dietro i Musulmani d'Italia giustifica la pratica islamica di imporre una tassa di protezione a chi professa un'altra fede. «I dhimmi (i «protetti», come nel caso dei cristiani e yazidi) dovranno pagare annualmente la Jiziah di 80 dollari per ogni uomo adulto, sano, non vecchio e non povero» e vivranno «in sicurezza e libertà» si legge sulla pagina Facebook. Gli islamici con la Zakat (tassa della purificazione) pagano ben di più. In pratica «la posizione» dei non musulmani «è incredibilmente privilegiata dentro uno Stato Islamico». La conclusione è disarmante: «Che se ne dica sull'Isis (la maggioranza delle notizie sono comunque bugie e propaganda), almeno applicano la Jiziah e la Zakat in modo islamicamente corretto».

Le simpatie pro Califfo diventano più insidiose quando riguardano il proselitismo nelle moschee italiane o presunte tali. Il numero di Panorama in edicola evidenzia che i centri di culto di provincia sono frequentati da predicatori stranieri, come Bilal Bosnic.

L'imam itinerante bosniaco invitato a Cremona e Pordenone ha postato il 7 luglio sulla sua pagina Facebook il sermone da Mosul del Califfo Abu Bakr al Baghdadi, con il seguente commento: «Quest'uomo verrà ricordato per secoli (…) Allah continui a ricompensarlo per i suoi meriti».

www.gliocchidellaguerra.it

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