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Raid francesi contro l'Isis a Mosul

Alle 6.10 del mattino, ora di Parigi, otto caccia Rafale si sono alzati in volo dalla portaerei Charles de Gaulle per bombardare Mosul, la capitale del sedicente Stato Islamico in Iraq

Raid francesi contro l'Isis a Mosul

Dopo Falluja, le forze della coalizione internazionale si stanno preparando alla battaglia finale contro i jihadisti a Mosul, la roccaforte del sedicente Stato Islamico in Iraq. Ieri il Pentagono aveva inviato nel Paese altri 600 militari Usa, in supporto ai militari iracheni e ai guerriglieri peshmerga curdi che parteciperanno all’offensiva, assieme agli altri membri della coalizione internazionale. E il capo di Stato Maggiore degli Usa, Joseph Dunford, aveva dichiarato in una conferenza stampa che “gli iracheni saranno pronti il primo ottobre per iniziare l'offensiva contro la roccaforte dello Stato islamico nel nord dell'Iraq". "La battaglia è in preparazione e sarà molto rapida, ma difficile", aveva detto Dunford.

E il decollo, stamattina, di otto caccia Rafale dalla portaerei Charles de Gaulle, di stanza nel Mediterraneo orientale, scrive le Figaro, segnano l’inizio delle operazioni contro lo Stato Islamico a Mosul. I caccia dell’Armée de l’Air colpiranno la capitale del Califfato con bombe a guida laser di 250 chili per tutta la giornata di oggi. Un raid ogni tre minuti, riferisce Rtl. Ogni caccia trasporta quattro ordigni che verranno sganciati sugli obiettivi dello Stato Islamico nella città. Dalla portaerei Charles de Gaulle, lunga 260 metri, con un peso di 38 mila tonnellate, un equipaggio di oltre 1.800 persone e due reattori nucleari a bordo, decolleranno in tutto 24 caccia. Il primo si è staccato dalla pista della portaerei stamane alle 6.10 ora di Parigi.

L’operazione, che sembra dare il via all’offensiva sulla roccaforte dell’Isis in Iraq, è la terza condotta da Parigi nell’ambito delle operazioni della coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis. Dal febbraio 2015 la Francia, dopo gli attentati di Charlie Hebdo, la Francia partecipa, infatti, attivamente alla “guerra al terrorismo”.

Intanto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati si sta preparando per far fronte al nuovo esodo di profughi che lasceranno la città quando gli scontri entreranno nel vivo. Il rappresentante dell'Unhcr in Iraq, Bruno Geddo, ha detto che ci si aspetta che gli sfollati superino il milione di persone. Sono quasi due milioni e mezzo, infatti, i cittadini che attualmente vivono nel nord dell’Iraq.

I 700mila civili che, secondo l’Unhcr, fuggiranno dai combattimenti nella prima fase dell’offensiva, verranno accolti in almeno undici campi profughi che l’Unhcr sta predisponendo, anche se, lamentano le Nazioni Unite, attualmente, non ci sono abbastanza terreni disponibili per predisporre le infrastrutture destinate all’accoglienza dei rifugiati.

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