Ricercatore iraniano confessa in tv: "Sono una spia". La moglie smentisce

Il ricercatore "ha ammesso le sue colpe". La moglie ha dichiarato che sarebbe stato costretto a leggere il messaggio

Ricercatore iraniano confessa in tv: "Sono una spia". La moglie smentisce

Ha "confessato" sulla tv di stato iraniana di aver fornito informazioni a Israele per aiutarlo ad assassinare diversi scienziati nucleari iraniani. Ahmadreza Djalali, il medico e ricercatore iraniano 46enne con un passato all'università di Novara e condannato a morte per "spionaggio" da Teheran, ha"ammesso le proprie colpe".

"È tutto falso", ha replicato la moglie, Vida Mehrannia. La donna ha dichiarato che il marito sarebbe stato costretto dai suoi interlocutori a leggere la confessione.

Il racconto in tv

Il ricercatore 46enne, nell'intervista video, sostiene di essere stato reclutato dal Mossad israeliano e da un'intelligence europea, di aver passato molte informazioni ai servizi segreti stranieri "in cambio di soldi e della residenza in Svezia". Il medico ha raccontato di aver iniziato a lavorare con alcuni scienziati americani e europei dopo la laurea e di aver iniziato in seguito a collaborare sotto copertura con un servizio di sicurezza europeo."Mi chiedevano informazioni sulle attività iraniane e le persone che lavoravano ai progetti nucleari" ha detto.

La condanna

La Corte suprema iraniana, la scorsa settimana, ha confermato la condanna a morte contro Djalali.

Contro la detenzione e la condanna si è sollevata una grande mobilitazione da parte delle organizzazioni per i diritti umani. Il ricercatore è accusato anche dell'assassinio di alcuni scienziati iraniani tra il 2010 e il 2012: secondo Teheran un tentativo israeliano di sabotare il suo programma di energia nucleare.

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