Coronavirus

Schiaffo all'Italia dalla Svezia:"Folli? Rosicate per i mondiali"

La linea morbida di Stoccolma nei confronti del coronavirus ha riscosso gli strali di mezzo mondo. Per l’Italia sono dei "pazzi". E loro si difendono così

Schiaffo all'Italia dalla Svezia:"Folli? Rosicate per i mondiali"

Sono i teorici della linea morbida. E sono stati definiti dei pazzi per questo. Se ne vanno in giro fieri (ma ligi al dovere) per strada. Bevono con compostezza nei pub. Mangiano, con distanza di sicurezza, nei ristoranti. Magari non ballano in disco, ma tant’è, non si può avere tutto dalla vita. Perché come racconta Anders Tegnell, il capo degli epidemiologi della task force governativa svedese: "Il mondo dovrà sempre più abituarsi all’idea di convivere con un virus endemico". Ok allo sport, quindi. E a una minima dose di socialità. Punti di vista. Loro se la godono. Con austerità. Ma se la godono. Fanno quelle robe lì a cui noi, poveri italiani, siamo ormai disabituati.

"L’affaire Svezia" riempie i quotidiani di mezzo mondo. Nel Paese scandinavo le misure restrittive sono al minimo. Ci si controlla autonomamente. Da individui liberi. Il Paese della tolleranza sembra dare una lezione al mondo. Ma a noi italiani questo non è andato per niente giù. Le nostre risposte non sono state mai violente, o poco rispettose. Però l’approccio soft deciso dal governo, una coalizione socialdemocratica, un po’ di invidia l’ha fatta. E così qualcuno li ha chiamati, appunto, pazzi.

Il virus c’è. La paura anche. Le morti, purtroppo, pure. Ma l’approccio alla pandemia lì è totalmente diverso. I posti in terapia intensiva sono pochi, ma un terzo è ancora libero e ci si consola con un ospedale militare nuovo di zecca che è pronto ad aprire. Non tutti sono d’accordo. C’è una forte polemica nel Paese e alcuni preferirebbero il lockdown all’italiana. Tutto normale. È la democrazia. Se non fosse per quel senso di incomprensione che proprio non hanno capito. E, su questo, noi italiani abbiamo le nostre colpe. Agli svedesi non va di passare per i matti d’Europa.

Poi arriva un editoriale che cambia tutto. Sul quotidiano Expressen, molto letto, compare un commento dal titolo: "Le notizie sulla Svezia dall’Italia sono oscure e false". Il giornalista scrive: "Sono anni che ci sforziamo di raccontare l’Italia al di là dei luoghi comuni e dei facili sensazionalismi. Vorremmo una certa reciprocità. Troppe cose raccontate non rispecchiano la verità. Forse qualcuno ce l’ha ancora con noi per l’ultimo Mondiale di calcio, sfumato proprio contro la Svezia. Ma questa è una sfida mondiale che non ammette trucchi e rivalità. La si vince solo con la verità e rimanendo uniti". Non si scompongono, insomma, più di tanto. Noi italiani avremmo fatto peggio. Rivendicano rispetto.

E un po’, sempre un po’, in effetti, il mondo ce l’ha con loro. Il presidente degli States, Donald Trump, addita la Svezia come esempio da non seguire. Noi italiani abbiamo le nostre colpe, ma tanta indignazione internazionale fa sclerare la Scandinavia. Si muove addirittura il governo di Stoccolma con interviste del ministro degli Esteri e note ufficiali delle ambasciate per difendere la scelta che tanto stupisce. Hanno un loro aplomb. Mai stucchevoli. Sempre composti.

Però, per cortesia, a noi mediterranei non ci toccate il calcio. Il pallone, da noi, è cosa sacra. Non sarete magari pazzi, come tanti vi descrivono. Ma quella "cavolata" ai Mondiali noi non la dimenticheremo (si fa per sdrammatizzare).

Follia? Questa è l’Italia.

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